X

Le intercettazioni dei colloqui fra Berlusconi e Cuffaro dovevano essere distrutte. Invece sono ancora in Procura

di admin |10 Ottobre 2009 15:07

Le intercettazioni delle conversazioni telefoniche fra Totò Cuffaro e un gruppo di una ventina di parlamentari, che dovevano essere distrutte un anno fa, sono rispuntate a sorpresa, depositate nella nuova inchiesta per mafia sull’ex presidente della Regione Sicilia. La scoperta è stata fatta dai difensori dell’attuale senatore dell’Udc, che avevano richiesto copia di un cd contenente i file audio originali dei colloqui fra Cuffaro e Silvio Berlusconi, Renato Schifani, Gianfranco Fini, Angelino Alfano.

Tutti atti inutilizzabili, senza l’autorizzazione del Parlamento, ma che soprattutto dovevano essere distrutti già da un anno: una decisione in questo senso era stata presa dal Gip di Palermo Fabio Licata, al termine di un lungo contraddittorio fra la Procura, diretta da Francesco Messineo e i legali di Cuffaro. Secondo il Gip, oltre ad essere inutilizzabili senza l’autorizzazione del Parlamento, quei dialoghi erano del tutto irrilevanti e lo sarebbero stati anche quelli fra Cuffaro e Berlusconi, in cui il presidente del Consiglio rassicurava il governatore siciliano circa un positivo esito dell’inchiesta che lo riguardava.

Un perito nominato da Licata aveva poi eseguito la distruzione, ma ora la copia del cd che teoricamente non doveva esistere più è spuntata di nuovo: ce n’è quanto basta, per Cuffaro, per sostenere che chissà quanti altri duplicati di quegli atti sono abusivamente in circolazione. Mentre la Procura, che in extremis ha bloccato la consegna del materiale ai difensori, parla di “errore materiale” avvenuto probabilmente nella trasmissione degli atti dal Gip al pm Nino Di Matteo e ha disposto un nuovo invio al giudice, per una effettiva distruzione.

I legali di Cuffaro, gli avvocati Nino Caleca e Nino Mormino, intendono adesso insistere per la consegna.

Scelti per te