Le suore col velo passano a Ciampino, la giovane islamica con hijab no: “Non sei sicura”

Le suore col velo passano a Ciampino, la giovane islamica con hijab no: "Non sei sicura"
Le suore col velo passano a Ciampino, la giovane islamica con hijab no: “Non sei sicura”. Nella foto: Aghnia Adzkia,, che ha denunciato la “discriminazione”

Le suore le hanno fatte passare, la ragazza islamica col velo in testa no. La polemica fa il giro del mondo e i giornali dei Paesi musulmani la cavalcano. La ragazza, una giovane indonesiana col velo in testa ma il volto perfettamente libero, voleva imbarcarsi dall’aeroporto di Roma Ciampino per tornare a casa.

Una giovane addetta alla sicurezza le ha intimato di levarsi il velo, parlando in discreto inglese:

“Non è sicuro, non sei sicura. Potresti nascondere qualcosa sotto il velo. E se non lo togli non sappiamo se hai qualcosa dentro. Non sei sicura per noi“.

La cosa appare un po’ una scemenza, perché lo stesso varrebbe per giustificare l’intimazione preventiva a qualsiasi passeggero di togliersi un indumento. Di solito, i passeggeri passano l’esame del metal detector e solo se questo suona si procede con una perquisizione. Il bagaglio a mano segue un altro percorso, in una macchina che scannerizza i contenuti. Può succedere che allo stesso esame sono sottoposte scarpe troppo corpose, tali che una lama in esse nascosta potrebbe sfuggire al metal detectori.

Ma che un coltello nascosto nei capelli sfugga al metal detector è abbastanza strano. Il velo è appunto un velo, nasconde ma non isola.

Forse è stata la tensione dovuta al gran traffico a mandare in tilt il sistema nervoso. Oltre alla giovane addetta alla sicurezza, nella polemica è finito coinvolto anche un altro addetto, maschio. La vicenda è stata portata alla attenzione della opinione pubblica di tutto il mondo dalla stessa protagonista,  Aghnia Adzkia, attraverso i social network. A povare il suo racconto, la giovane indonesiana ha postato anche un video, che è riuscita a girare nonostante il trambusto:

Sono una donna musulmana che indossa il velo, non una terrorista.  A due suore che indossavano il velo non è stato chiesto di toglierlo. Questo è quello che chiamate rispetto?”.

“Sono rimasta scioccata. Gli addetti ai controlli dell’aeroporto di Ciampino mi hanno tratta in modo indecente, chiedendomi mi togliere l’hijab. ‘Perché dovrei toglierlo?’ ho chiesto e mi è stato risposto che era per motivi di sicurezza. Così li ho invitati a mostrarmi un documento legale o una legge che li autorizzava a verificare cosa avessi sotto l’hijab. Mi hanno chiesto di seguire una donna in una stanza. Per me non si trattava di non voler mostrare i capelli o la testa, ma era una questione di diritti e di dignità umana”.

 La studentessa, integra la AdnKronos, ha quindi insistito, pretendendo spiegazioni. A quel punto, la donna racconta che le è stata mostrata una lettera scritta in italiano, che non riusciva a capire. “Invece di tradurmi la lettera, l’addetta ai controlli ha continuato a dirmi che dovevo recarmi in una stanza per i controlli. Così le ho chiesto di darmi la lettera per farmela tradurre da una mia amica italiana, ma si sono rifiutati di e sono stata allontanata dalla sicurezza.

“Un agente di sicurezza di sesso maschile mi ha trascinata fuori dalla zona controlli in maniera indecente, ha preso la mia borsa senza chiedermi il permesso e mi urlato di rimanere tranquilla. Il modo in cui mi hanno trattato ha dimostrato che non rispettano le donne musulmane che indossano il velo”.

Dopo aver perso il volo, Aghnia ne ha prenotato un altro all’aeroporto di Fiumicino. Ma stavolta, quando le è stato chiesto di togliersi il velo per i controlli, non ha rifiutato. “Volevo dimostrargli che non avevo nulla da nascondere e che non sono una terrorista. A due suore che indossavano il velo non è stato chiesto di toglierlo. Questo è quello che chiamate rispetto?”.

Prosegue la AdnKronos:

“Le norme di sicurezza in aeroporto prevedono che, su richiesta degli addetti ai controlli, chiunque abbia il viso coperto da un capo che non lo rende identificabile, debba rimuoverlo”.

Un portavoce dell’aeroporto romano ha replicato: “Quello che è accaduto alla signora Aghnia Adzkia riguarda il rispetto delle procedure di sicurezza. Quando la passeggera ha passato i controlli del metal detector è scattato un allarme ed era quindi necessario effettuare ulteriori controlli. Per questo motivo il nostro staff le ha chiesto di recarsi in una stanza privata, dove le sono stati controllati la testa e il copricapo”.

In un aggiornamento del suo post, la giovane indonesiana sembra contraddire questa versione:

“Ho passato il metal detectori e ovviamente era tutto a posto, perché non nascondevo nulla sotto la hijab”.

Anche dal contesto del video sembra che la richiesta di perquisizione sia motivata dal solo fatto che la studentessa aveva i capelli coperti dal velo e non da altri segnali d’allarme.

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