Lea Garofalo, chiesti 3 ergastoli (compreso Carlo Cosco) e 2 assoluzioni

Lea Garofalo, chiesti 3 ergastoli (compreso Carlo Cosco) e 2 assoluzioni
Lea Garofalo (foto Lapresse)

MILANO – Omicidio Lea Garofalo, il sostituto pg di Milano ha chiesto la conferma della condanna all’ergastolo per 3 persone, tra cui Carlo Cosco, nel processo d’appello sull’omicidio di Lea Garofalo. Chieste invece due assoluzioni per altrettanti imputati scagionati dalle dichiarazioni di un pentito, per cui l’accusa ha chiesto 27 anni.

In primo grado, nel marzo 2012, per l’omicidio di Lea Garofalo, la testimone di giustizia calabrese uccisa a Milano il 24 novembre 2009 e il cui corpo venne bruciato, erano arrivati sei ergastoli.

Adesso pero’ il sostituto pg Marcello Tatangelo, nel corso della sua lunga requisitoria, ha dovuto riqualificare le responsabilita’ degli imputati, anche alla luce delle dichiarazioni del pentito Carmine Venturino, che nel luglio scorso, dopo il processo di primo grado, ha iniziato a collaborare facendo anche ritrovare i resti del corpo della donna. In particolare l’accusa ha chiesto la conferma della condanna all’ergastolo per Carlo Cosco e per suo fratello Giuseppe, che avrebbero ucciso la donna al termine ”di un piano criminoso andato avanti per anni”.

Chiesta la conferma dell’ergastolo anche per Rosario Curcio, che avrebbe aiutato Venturino a far sparire e bruciare il cadavere. A nessuno dei tre, secondo l’accusa, sono state concesse le attenuanti generiche. Attenuanti, invece, che il sostituto pg ha chiesto per Venturino. Il magistrato pero’ ha sostenuto che a lui non puo’ essere concessa ”l’attenuante speciale che prevede un fortissimo sconto di pena per i collaboratori di giustizia”, anche perche’ questo, secondo l’accusa, non e’ un omicidio di ‘Ndrangheta. Per Venturino invece sono stati chiesti 27 anni.

L’accusa infine ha chiesto l’assoluzione ”per non aver commesso il fatto”per Giuseppe Cosco, altro fratello di Carlo, e Massimo Sabatino, scagionati nelle dichiarazioni del pentito. ”Non sono affatto certo – ha spiegato Tatangelo – che Giuseppe Cosco e Massimo Sabatino siano estranei all’omicidio, ma il dubbio ce l’ho e la mia coscienza di magistrato mi impone di chiedere che siano assolti”. Il processo proseguira’ domani con gli interventi delle parti civili e delle difese e la sentenza potrebbe arrivare il 21 maggio.

Carlo Cosco, secondo il pg, ”ha sfruttato cinicamente anche le fragilita’ di sua figlia per trovare un alibi”. Nel corso delle scorse udienze Carlo Cosco aveva detto di meritarsi l’odio della figlia Denise e oggi il pg ha affermato: ”non so se si merita l’odio di sua figlia, ma si merita l’ergastolo”.

A sua volta Denise, la figlia di Lea Garofalo, non accetta le scuse del padre Carlo Cosco, che si era rivolto a lei in una delle scorse udienze nel processo d’appello per l’omicidio della donna. ”Cosco – ha spiegato, infatti, il l’avvocato della giovane, intervenendo come parte civile – ci viene a parlare di un fatto d’impeto e poi chiede scusa a una ragazza che oggi sta cercando di rialzarsi”. Il ritrovamento, grazie a un pentito, dei resti del corpo poi, ha concluso il legale, e’ stato ”per Denise un grande regalo”.

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