Lega condannata per manifesti esposti a Saronno: richiedenti asilo non sono clandestini

Tribunale, Ansa
Lega condannata per manifesti esposti a Varese: richiedenti asilo non sono clandestini (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Ha “carattere discriminatorio” l’espressione “clandestini” usata per dei richiedenti asilo dalla Lega Nord in alcuni manifesti, appesi nell’aprile del 2016 a Saronno (Varese), e nei quali si diceva, tra le altre cose, che il Governo dell’epoca voleva mandare nella cittadina lombarda “32 clandestini”.

Lo ha deciso, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, la Corte d’Appello di Milano che ha confermato la sentenza di primo grado con cui il Tribunale, accogliendo il ricorso dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) e del Naga, aveva anche condannato il Carroccio a versare 5mila euro di risarcimento a ciascuna delle due associazioni, difese dai legali Alberto Guariso e Livio Neri. Dato che si tratta di “soggetti che hanno chiesto l’accertamento del diritto” a rimanere in Italia per situazioni “di pericolo di persecuzione” nei loro Paesi “non è ammissibile l’utilizzo dell’espressione ‘clandestini'”, scrivono i giudici della Corte milanese Canziani-Troiani-Grazioli nella sentenza da poco depositata.

L’accertamento del “carattere discriminatorio” dei manifesti, scrive la Corte come riporta l’Ansa, “non può in alcun modo ritenersi in contrasto con il principio della sovranità popolare”, dato che “tale sovranità deve essere esercitata ‘nelle forme e nei limiti della Costituzione'”.

La tutela contro gli atti di discriminazione, si legge nella sentenza riportata dall’agenzia di stampa, “si fonda essenzialmente sui principi fondamentali della Costituzione in tema di diritti inviolabili della persona, di adempimento dei doveri di solidarietà sociale (art. 2 Cost.), di pari dignità sociale e di eguaglianza davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza e di lingua, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali (art. 3 Cost.)”.

Il divieto di discriminazione è, inoltre, “sancito dall’art. 14 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”. Anche l’espressione di un’opinione “politica”, chiarisce la Corte, “pur rappresentando estrinsecazione del diritto costituzionalmente garantito alla libera manifestazione del pensiero, deve essere necessariamente bilanciata con il rispetto e la tutela della dignità delle persone alle quali è fatto riferimento, il che nel caso in esame non è avvenuto”.

La definizione di “clandestini” nei manifesti affissi dalla Lega a Saronno, “ancor più in quanto collegata alla presentazione dei 32 richiedenti asilo come usurpatori, ‘per vitto alloggio’ e non precisati ‘vizi’, di risorse economiche ai danni degli abitanti del Comune”, integra, per i giudici, “gli estremi della ‘molestia’” discriminatoria, perché viola “la dignità” dei cittadini stranieri e crea “intorno a loro, nel contesto territoriale in cui sono inseriti, un clima ostile”, ma anche “umiliante ed offensivo, per motivi di razza, origine etnica e nazionalità”.

Fonte: Ansa.

Gestione cookie