MILANO – “Ogni investimento” fatto dalla Lega Nord era “a conoscenza del segretario Umberto Bossi”: lo scrivono Sandro De Riccardis ed Emilio Randacio su Repubblica a proposito dello scandalo dei fondi elettorali del Carroccio, in parte spariti, in parte investiti all’estero “con meccanismi poco chiari”, scrive sempre il quotidiano di Ezio Mauro. Belsito ha spiegato nell’ interrogatorio di lunedi’ 23 aprile ai pm milanesi che indagano sui fondi del Carroccio di avere una sorta di ‘carta bianca’ dai vertici sugli investimenti, mentre per le spese piu’ importanti dei familiari del leader avvisava direttamente l’allora segretario.
Repubblica riferisce che sarebbe stato l’ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito, interrogato dai giudici, a dire che “Umberto Bossi sapeva tutto”. Sempre Belsito, che, ricorda Repubblica, a Milano è “indagato per truffa e appropriazione indebita”, avrebbe detto ai magistrati che gli acquisti dei diamanti “non sarebbero stati effettuati utilizzando i suoi conti bancari”.
“L’accusa più pesante che coinvolge Belsito, scrive Repubblica, è quella di riciclaggio”. “Ma i guai, scrive ancora Repubblica, sembrano solo appena iniziati. Infatti, sempre ieri, la Lega ha dichiarato apertamente guerra a chi, fino a poche settimane fa, ha gestito i milioni di finanziamenti pubblici (solo 18 quelli ottenuti ad agosto). In questo caso, la denuncia è partita per il presunto dossier che Belsito avrebbe confezionato nei confronti di Roberto Maroni, ma fino a oggi mai emerso nell’inchiesta”.
In procura si è presentato anche Alberto Veronesi, “ex leghista di Bologna che aveva denunciato già due anni fa alla procura della sua città i meccanismi messi in atto ‘per falsificare spese elettorali e rendiconti’. Nell’esposto di una decina di pagine con 14 allegati di documentazione, consegnato ieri a Milano alla Guardia di Finanza, Veronesi punta il dito contro Nadia Dagrada, segretaria amministrativa della Lega Nord”.
Scrive Repubblica: “Era lei, si legge nel documento, ad ‘apporre’ delle ‘correzioni’ al prospetto spese, indicando modalità di spese che apparivano anomale o irregolari, financo specificando come alcune di esse dovessero essere effettuate in contanti senza lasciare traccia”. Veronesi parla dell'”escamotage del versamento sul conto corrente del partito di Reggio Emilia che avrebbe provveduto a pagare le spese elettorali, mentre le fatture venivano poi intestate alla Lega Nord di Milano’. Per Veronesi sarebbero la prova di un sistema di ‘false redazioni di rendiconti’. ‘Già nel 2010 – scrive – questi rilievi erano certamente a conoscenza degli organi di controllo della Lega Nord, perché inviati per raccomandata al Consiglio federale composto tra gli altri dagli allora ministri Bossi, Calderoli, Maroni e dagli allora sottosegretari Giorgetti e Belsito e Alessandri’.”
Da quanto si e’ saputo, l’ex tesoriere Belsito – che ha rilasciato dichiarazioni lunedi’ scorso davanti al procuratore aggiunto Alfredo Robledo e ai pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini – ha spiegato in sostanza che i vertici del partito erano a conoscenza della sua volonta’ di ”diversificare” gli investimenti (coi fondi della Lega, tra le altre cose, Belsito avrebbe movimentato denaro verso Tanzania e Cipro), ma che poi lui si muoveva autonomamente per quanto riguarda le singole operazioni, godendo di ”fiducia”.
Per quanto riguarda, invece, le spese personali della famiglia del leader, sempre stando a quanto avrebbe messo a verbale Belsito, l’ex amministratore si sarebbe mosso diversamente, avvertendo il leader quando gli importi da pagare erano significativi. Non sarebbe pero’ entrato nel dettaglio delle singole spese. Intanto, stando a quanto e’ filtrato in relazione all’incontro di ieri tra i magistrati milanesi e il pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, c’e’ una forte ‘saldatura’ tra le due inchieste: quella lombarda sulle distrazioni dei fondi del Carroccio e quella calabrese sul riciclaggio anche di soldi della ‘ndrangheta della cosca De Stefano.
Secondo l’Ansa l’ex tesoriere della Lega aveva parlato ai vertici della Lega della necessita’ di investimenti diversificati, ma senza scendere nello specifico, e senza che ci fosse l’obiezione di alcuno. Belsito, inoltre, da quanto si e’ saputo, ha messo a verbale che degli investimenti in diamanti era cosa risaputa in quanto, vista la crisi dell’euro, a suo parere erano piu’ redditizi. Tant’e’ che questi investimenti in preziosi lui stesso, ha spiegato l’ex tesoriere, consiglio’ la vice capogruppo al Senato Rosy Mauro e il senatore Piergiorgio Stiffoni di effettuare investimenti in diamanti.