LEGNANO – Una cortina umana tra l’uscita del palazzo e la strada: “Fermate quell’uomo, è un assassino”. I vicini di casa del dottor Roberto Colombo raccontano al Corriere della Sera che si sono schierati per non farlo fuggire. Lui è il medico che avrebbe ucciso la moglie a Legnano con ottanta colpi di mattarello mercoledì pomeriggio. I vicini di casa non trovano le parole per raccontare di quella coppia prima felice e poi perennemente in lotta. Attoniti e terrorizzati sono intervenuti nel momento dell’orrore e gli hanno impedito la fuga mentre Stefania Cancelliere languiva sul pavimento di sangue. Roberto Colombo, 58 anni, fino a ieri rispettabile primario del reparto di oculistica dell’ ospedale di Gravedona, in stato di choc dopo la furia omicida, si è arreso a quella cortina umana.
I due si erano separati e in attesa di divorzio, raccontano i vicini. L’uomo in passato era stato denunciato per stalking ed era anche stato interrogato dal pm, forse per i suoi tentativi di riavvicinarsi alla moglie, ma la situazione non era sembrata così degenerata da lasciare immaginare atti violenti.
Violenza che invece è esplosa in quell’atrio del palazzo: la donna, con in braccio il figlio di due anni ha anche cercato di fuggire, mentre i due bambini di poco più grandi fuggivano risalendo per le scale, ma una vicina di casa, attirata dalle urla, ha raccontato che Colombo, con lo sguardo allucinato, continuava a infierire. Stefania Cancelliere è morta dopo alcune ore, in ospedale: troppo gravi le fratture al cranio.
I due litigavano spesso, il loro matrimonio era finito ed erano arrivate le controversie per il mancato rispetto delle disposizioni del giudice, anche riguardo all’affidamento dei figli che comunque il medico poteva vedere, dal momento che vivevano nello stesso palazzo. In passato, gli agenti del commissariato di Legnano avevano sequestrato delle armi a Colombo (armi comuni da sparo), come avviene spesso quando si teme che in una famiglia ci possano essere delle liti o una persona potrebbe creare problemi. Un provvedimento quasi di prassi di fronte a una situazione critica ma ricorrente tra genitori separati.
Non è servito per evitare una tragedia che ai più è sembrata inimmaginabile. ”Una persona mite, aperta al dialogo, nelle discussioni cercava sempre una mediazione”, racconta Antonino Cusumano, responsabile legnanese dell’Idv per la quale il medico si era candidato, senza essere eletto, alle amministrative della primavera scorsa. Anche Cusumano parla di ”tragedia incomprensibile”. Nell’ospedale in cui Colombo lavorava la direzione sanitaria assicura che non aveva mai creato problemi. La sua situazione famigliare all’ospedale di Gravedona non era nota. Ieri pomeriggio il medico, che viveva al pianterreno, ha incrociato la moglie che scendeva dal suo appartamento con i bambini, o forse l’ha attesa. Probabilmente hanno litigato e Colombo ha cominciato a picchiarla, sempre più selvaggiamente, fino a ridurla in fin di vita. Poi e’ rimasto li’ e quando sono arrivati gli agenti e i soccorritori si e’ lasciato portar via, con lo sguardo inebetito. I figli della coppia saranno probabilmente affidati ai nonni.