Leonardo Lamma, Gaia Von Freymann, Camilla Romagnoli: quella sera del 21 dicembre 2019, a cena erano in quattro…

E dei quattro ragazzi che la sera del 21 dicembre 2019 erano a cena allo stesso tavolo tre sono morti sullo stesso tratto di strada. Le due ragazze, Gaia Von Fryemann e Camilla Romagnoli investite e uccise quella stessa notte da un’auto mentre a piedi attraversavano il viadotto di Corso di Francia. Il ragazzo, Leonardo Lamma, a distanza di circa due anni e mezzo morto dopo aver perso il controllo (forse a causa di un dosso sull’asfalto) della sua moto. Sempre lì, sempre a Corso di Francia.

Si conoscevano i tre ragazzi, le loro vite più volte si erano incontrate e il fatto che la loro morte sia stata sullo stesso asfalto della medesima strada è un manifestarsi del caso (qualcuno parla di destino dando al termine altro significato da quello che può avere il concetto di caso) che lascia turbati.

Una strada pericolosa

Quel tratto di strada è pericoloso, notoriamente pericoloso. Somiglia a un mini tratto autostradale nella città e come tale moltissimi automobilisti lo usano, accelerando e non di poco rispetto alle velocità standard nelle vie cittadine. Anche lì, come in quasi tutta Roma, la pavimentazione stradale è ostacolo più o meno grande ad una guida sicura. Su quel tratto di strada insiste la mobilità, a piedi o in auto o in moto, non solo del traffico residenziale o di entrata-uscita dal quartieri centrali, ma anche, di sera soprattutto. dei frequentatori dei moltissimi ristoranti, bar, pub, locali della zona. Ma tre morti, la morte di tre giovani amici tra loro, il loro morire per così dire in sequenza e sempre nello stesso luogo è circostanza che trova nella pericolosità della strada uno spiegare che la mente non ce la fa a farsi bastare. 

Leonardo alla messa in ricordo di Gaia

E’ la mamma di Gaia, Gabriella Saracino, a ricordarlo parlando con Il Corriere della Sera: “Leonardo che passava a salutarmi, Leonardo che non c’è più…un incubo”. “Erano assieme l’ultima notte di mia figlia…”. I fili del Fato, il Destino con la maiuscola, la brutalità dell’imperscrutabile…molte sono le denominazioni date al tentativo degli umani, al bisogno degli umani di trovare un senso, un perché al male e al dolore. Perfino alla morte. L’unico vero perché è però quello del perché un senso, un segno lo si cerca…perché il cuore e stavolta anche la mente non ce la fanno ad accettare tre vite cancellate quando avevano appena cominciato ad essere vissute. La foto, anche solo a immaginarla, di quel tavolo in quattro a mangiarsi una pizza…mette una gelida paura.

 

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