Leonardo esce con papà: le mamme di Cittadella in piazza

Leonardo oggi è uscito in strada insieme al papà. Il bambino di Cittadella ha spezzato le tante ore di giochi da solo nel cortile della casa-famiglia dove è stato portato mercoledì 10 ottobre scorso dopo essere stato prelevato da scuola in esecuzione di una sentenza d’appello dei giudici minorili
Ombretta Giglione e la sorella davanti alla scuola di Leonardo (LaPresse)

CITTADELLA (PADOVA) – Una passeggiata tra le vie cittadine, assieme ad altri ragazzi e al padre. Una boccata d’aria, mischiato tra la gente, a spezzare tante ore di giochi da solo nel cortile della casa-famiglia dove è stato portato mercoledì 10 ottobre scorso dopo essere stato prelevato da scuola in esecuzione di una sentenza d’appello dei giudici minorili. Sereno, tranquillo, ogni tanto chiede della madre: è la descrizione del bimbo che filtra da fonti vicine ai servizi sociali.

La foto raccontata di un ragazzino di 10 anni, ignaro forse della tempesta che si è scatenata sul suo caso, complice un video con scene drammatiche girato da una zia mentre lo portavano via da scuola. La sera di lunedì 15 ottobre, per le vie di Cittadella, sono scese un centinaio di donne, molte le mamme che avevano i figli compagni di classe del bimbo conteso, per una fiaccolata silenziosa. In testa al corteo, anche il sindaco Giuseppe Pan. “Quando i deboli subiscono delle ingiustizie – ha detto Paola Gaianico, di Cittadella – è la società che ne perde ed è la società che deve ribellarsi”.

Altre chiedono che il bimbo possa tornare a scuola e a casa, riabbracciare la madre. In classe, lui ci tornerà  probabilmente la settimana prossima, ma in un’altra scuola, forse non lontana dalla casa-famiglia dove si trova da sei giorni. Giovedì 11 una decina di mamme avevano dato vita a una protesta davanti alla scuola, con cartelli per dire che i bambini vanno ascoltati. A ricordare che sono i minori che devono essere messi al centro di ogni interesse sono stati  su piani diversi, anche il vescovo di Padova, monsignor Antonio Mattiazzo, e il sostituto procuratore generale di Venezia, Maristella Cerato, le cui richieste nella contesa tra i due genitori per l’affido del ragazzino hanno portato alla sentenza della Corte d’Appello sezione minori poi eseguita.

Il vescovo ha ricordato che a volte ”trascinati da rabbia o sensi di colpa”, papà e mamma separati ”appaiono disattenti nei confronti dei loro figli, del loro vissuto interiore, del loro dramma”; mentre il magistrato ha evidenziato il diritto del minore ”alla bigenitorilità” e rilevato che per gli adulti avvalersi di un sostegno per compiere il percorso di genitorialità ”non significa fragilità, ma dimostra la consapevolezza e la capacità di cogliere le esigenze altrui”. In casi come quello di Cittadella l’ideale sarebbe stato probabilmente ”la mediazione familiare tra genitori”. In silenzio, come l’incedere delle mamme a Cittadella, procede a Padova il lavoro di verifica su quanto è accaduto mercoledì scorso da parte degli ispettori dell’ufficio centrale della polizia. Hanno visionato il filmato integrale che testimonia ogni momento di quanto successo, hanno sentito gli agenti della squadra minori della divisione anticrimine della Questura di Padova. Devono capire se i poliziotti intervenuti assieme al padre e agli assistenti sociali hanno agito in modo corretto.

Tra loro, ostacolati dalla zia e dal nonno materno – come recita la relazione inviata alla procura – c’era anche l’ispettrice che in questi giorni è stata minacciata via web e con telefonate al 113 e che ha deciso di tenere i figli a casa da scuola per qualche giorno. Verso di lei ha rivolto parole di solidarietà umana la madre del bimbo portato via: ”Mi dispiace quanto sta avvenendo nei confronti della poliziotta. Una madre non dovrebbe mai aver paura per i propri figli e per quello che puo’ accadere”. Nella tempesta che ormai sembra sempre più travolgere tutto e tutti, in un clima che fa emergere ogni giorno nuovi casi di separazioni tra madre e figli raccontati alla stampa locale, è finito anche Rubens De Nicola, psicoterapeuta, consulente tecnico nel caso-Cittadella, al punto che si è affidato a due legali per difendere la propria ”onorabilità e dignità professionale”. Anche per lui, via web, i commenti sono molto pesanti.

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