L’Espresso, Lirio Abbate minacciato dopo un’inchiesta sulla mafia a Roma

Lirio Abbate
Lirio Abbate

ROMA – Lirio Abbate è il giornalista dell’Espresso, sotto scorta dal 2007, autore dell’inchiesta “I quattro re di Roma” sulla malavita di Roma. Un’inchiesta che ha attirato l’attenzione di alcuni criminali, tanto che la procura di Roma, che nel frattempo ha aperto un’inchiesta, ha scoperto che il giornalista veniva seguito da un albanese. Ecco cosa scrive l’Espresso:

La “colpa” di Lirio sembra dunque essere quella di aver raccontato i nuovi re di Roma. Di come Michele Senese, Massimo Carminati, Giuseppe Fasciani e Giuseppe Casamonica, si sono spartiti la città. Nell’inchiesta è stata disegnata la nuova mappa del potere criminale grazie a fonti – che non sono giudiziarie – che vivono il territorio romano. Ha dato un volto ai padrini “cacio e pepe”, agli eredi della banda della Magliana, legati a camorra, Cosa Nostra e ‘ndrangheta. Il suo lavoro è andato oltre la ricostruzione e lo studio di atti giudiziari.

Dal 2007 vive sotto scorta, dopo la pubblicazione con Peter Gomez del libro “I complici”. Ma anche quando lavorava all’Ansa di Palermo aveva ricevuto pesanti minacce da Leoluca Bagarela, il capo dell’ala stragista di Cosa Nostra. È stata la polizia a sventare un attentato davanti alla sua abitazione di Palermo.

L’Italia è il primo Paese dell’Unione europea con più giornalisti minacciati e intimiditi dalle mafie. Non è un fenomeno solo del nostro Mezzogiorno. Colleghi subiscono pressioni e intimidazioni quotidianamente in ogni regione d’Italia. Segno inconfutabile dell’inarrestabile ascesa dei clan. Dal 2006 a oggi, secondo i dati dell’Osservatorio ossigeno per l’informazione, sono 1554 i giornalisti minacciati in Italia. Dati terribili, amari. Non certamente degni di un Paese occidentale. Il livello è quello della Russia di Putin.

 

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