Lettera di Michele, la madre: “Questa società divora i nostri figli”

UDINE – Si sfoga la madre di Michele, il giovane trentenne che si è tolto la vita lasciando una lettera indirizzata ai genitori in cui si descrive come uno dei tanti ragazzi della “generazione perduta” del precariato. Il Messaggero Veneto, che ha pubblicato la lettera per volontà della famiglia, ha provato a parlare con la madre di Michele, chiusa in un dolore “privatissimo”.

“Non voglio storie lacrimose…” ha detto la donna ai cronisti. Ecco alcuni passaggi delle parole della madre.

“E’ questa società ad essere malata. E’ la tragedia di una intera generazione che non riesce a progettare futuro. Michele era psicologicamente sano. Michele era come doveva essere: una brava persona. Noi siamo stati solo il tramite per far conoscere ciò che pensava”

“Ad ucciderlo, secondo i suoi genitori, è stato il precariato” scrive il quotidiano. La madre dice: “Perché è chiaro che è la società ad essere malata. E l’intervento della psichiatria dovrebbe essere rivolto a curare la società. La psichiatria – prosegue – ha un linguaggio che è sbagliato e ingenera confusione perché esiste l’infelicità che viene provocata da altri. E’ la società che è malata e andrebbe curata”.

Al Messaggero la donna spiega che la lettera “dice tutto e denuncia una società che sta divorando i suoi figli” e conclude sottolineando “ho 61 anni, lavoro ancora ma non voglio più andare a lavorare. E’ ora che le generazioni più mature si facciano da parte e lascino spazio a chi deve ancora entrare nel mondo del lavoro”.

“Michele? Era bello. Siamo affranti… stanchi. Abbiamo solo voluto rendere onore a nostro figlio, che ha compiuto una scelta crudissima”

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