L’eurodeputato tedesco esulta per la morte di David Sassoli, le scuse poi sono ancore peggio

“Finalmente questo bas**do se n’è andato”. Alla notizia della morte di David Sassoli, ha esultato così, nella chat interna del suo partito, l’eurodeputato di Afd Nicolaus Fest. E le parole dell’esponente dell’estrema destra tedesca sono arrivate come un macigno in un Europarlamento ancora scioccato dalla prematura scomparsa del suo presidente. Una pioggia di durissime critiche ha inondato i social di Fest mentre sia in Italia che a Bruxelles diversi suoi colleghi hanno condannato in maniera netta l’uscita.

David Sassoli e le scuse dell’eurodeputato tedesco

Ma Fest non si è subito pentito e in un post su Facebook ha spiegato che il problema non era tanto il suo messaggio quanto il fatto che fosse trapelato. Poi, solo in serata, il passo indietro. Ma le scuse se possibile sono ancora peggiori: “Le mie sono state inappropriate. Mi dispiace. Se fosse ancora vivo, gli chiederei scusa”, ha dichiarato l’europarlamentare.

Le parole di Fest sono state rivelate dalla tv pubblica tedesca Ard, alla quale qualcuno ha mandato anche gli screenshot dell’orrendo messaggio dell’esponente dell’Afd. Un messaggio dai toni in netto contrasto dalla posizione pubblica del suo partito, che aveva espresso le sue più sentite condoglianze per la morte di Sassoli. E il portavoce del partito Joerg Meuthen ha preso le distanze da Fest definendo “inquietante e ripugnante” quanto scritto nella chat.

Prima di scusarsi Fest, su Fb, aveva rincarato la dose

Accusando Sassoli di “aver coperto” “frodi e scandali” come quelle che, secondo lui, riguarderebbero “le indennità di due europarlamentari italiani”. “Il quadro tracciato nei necrologi su Sassoli è incompleto”, aveva insistito l’eurodeputato, non nuovo alle polemiche nel suo Paese. Figlio dello storico Joachim Fest, famoso per la sua biografia di Hitler, Fest nel 2014 aveva scritto sulla Bild che l’Islam rappresentava “un ostacolo all’integrazione”. Qualche anno dopo aveva definito “i giovani arabi, turchi e africani, primitivi e viziosi”. E neanche Angela Merkel era sfuggita ai suoi strali e ai suoi appelli “al risveglio dei tedeschi” contro la cancelliera.

Gestione cookie