L’ex Br che porta in tribunale l’operaio del Petrolchimico per diffamazione

L’operaio del Petrolchimico simbolo della lotta alle Br citato in Tribunale proprio da un ex Br che vuole da lui 100mila euro. 

I protagonisti della vicenda, come riporta Il Gazzettino, sono entrambi di San Donà di Piave e molto conosciuti in provincia di Venezia. Da una parte Roberto Del Bello, 49 anni, in passato condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione per banda armata, poi diventato consigliere provinciale e segretario di Rifondazione comunista a Venezia, travolto dalle polemiche, nel 2006, per essere stato nominato segretario del sottosegretario agli Interni, Francesco Bonato. 

Dall’altra Vito De Bortoli, 70 anni da pochi giorni, un tempo operaio e sindacalista della Cisl, entrato nel mirino delle Br e oggetto di ripetuti attentati per aver preso posizione pubblicamente contro il terrorismo nel corso di una memorabile assemblea alla presenza del presidente della Repubblica, Sandro Pertini, svoltasi a Marghera l’8 febbraio del 1980, pochi giorni dopo l’uccisione del vicedirettore del Petrolchimico, Sergio Gori.

Del Bello ha citato a giudizio l’ex sindacalista, oggi in pensione, chiedendo che sia condannato a versargli un risarcimento danni di circa 100 mila euro in relazione ad un’intervista concessa al Gazzettino nel novembre del 2006, nel corso della quale contestò l’opportunità di nominare al ministero degli Interni un uomo che aveva subìto una condanna per banda armata: «Ha il diritto di fare politica – aveva dichiarato De Bortoli – ma non può avere responsabilità nelle istituzioni».

La richiesta di risarcimento riguarda anche la posizione assunta dall’ex sindacalista, con la stessa motivazione, per opporsi alla richiesta con cui Del Bello aveva chiesto l’iscrizione all’Associazione nazionale partigiani. Il tutto, secondo Del Bello, «offendendo il suo onore e la sua reputazione», venendo meno al diritto all’oblio e riferendo alcune circostanze che non corrisponderebbero al vero.

Nell’intervista “incriminata”, De Bortoli parlò della sua partecipazione ad un’assemblea di studenti in cui si sarebbe dipinto come un “martire” a seguito della carcerazione subita (assemblea a cui Del Bello sostiene di non aver mai preso parte). E citò un episodio di quando Del Bello era studente e sarebbe stato coinvolto episodi di telefonate con cui era stata comunicata alla scuola la presenza di bombe in realtà inesistenti. Episodio a cui Del Bello si dice del tutto estraneo.

De Bortoli si difende con determinazione: «Tutto mi sarei aspettato, meno che finire sotto processo per avere raccontato la verità, prendendo posizione contro il terrorismo e difendendo i principi della Resistenza – dichiara l’ex sindacalista al telefono – In ogni caso sono tranquillo: dimostrerò tutto al giudice. Molte persone, tra cui sindacalisti e politici, si sono offerti di testimoniare a mio favore».

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