Imparare come si sta seduti correttamente a tavola per scappare da un destino già segnato. Organizzare lezioni di galateo, per cercare di strappare ragazzi ancora troppo piccoli dalle braccia della criminalità organizzata napoletana. Far comprendere il significato della parola democrazia a chi altrimenti crescerà in un mondo dove le regole si stabiliscono arbitrariamente con la forza e la violenza.
Il progetto “Cultura e legalità”, dedicato agli alunni della scuola media di Secondigliano, ha lanciato quella che sembra una scommessa più che una provocazione: scuola di buone maniere nel “Rione dei fiori”, il “Terzo Mondo” di Secondigliano, il bunker indiscusso del clan Di Lauro. Lezioni pratiche che si concentrano sul galateo, sul rispetto per sé stessi e per gli altri, sui comportamenti da adottare al ristorante o in altri luoghi pubblici.
E i ragazzi sembrano essere entusiasti. Tra di loro ci sono gli eredi dei camorristi che a lungo hanno guerreggiato nelle strade di Secondigliano, ai tempi della faida tra clan Di Lauro e scissionisti. Molti dei parenti degli alunni della “Pascoli due” sono in prigione, scontando pene molto spesso dovute ad omicidi; tanti altri hanno perso genitori o fratelli nella guerra tra bande. Ma tutti sono impegnati nello studio delle buone maniere.
La sfida più difficile resta comunque parlare solo in italiano, senza dialettismi, schiamazzi o parolacce. “E dire che questi ragazzi non conoscevano neppure il significato del termine galateo”, svela Vincenza Calvi, presidente di “Un Patto per la Vita”, associazione che si occupa dello sviluppo del progetto. Alla fine del quale, gli alunni torneranno alle loro case, alla loro vita, con un sogno in più: la speranza che una vita migliore sia possibile, che l’affiliazione al clan non sia l’unica via percorribile. La consapevolezza che, oltre Secondigliano, c’è altro.
*Scuola di Giornalismo Luiss