Liberata dai pirati la “Rosalia D’Amato”: “Ora via appena possibile”

ROMA – Il cargo ‘Rosalia D’Amato’, liberato il 25 novembre dai pirati, si trova ancora ad una decina di miglia dalle coste somale e ”sta effettuando dei controlli. Ha fatto rifornimento e, appena sara’ pienamente in condizione di navigare, partira’. Noi l’accompagneremo”, spiega l’ammiraglio Gualtiero Mattesi, da bordo della nave della Marina militare italiana Andrea Doria, che si trova sul posto.

Mattesi, che comanda la missione antipirateria della Nato ‘Ocean Shield’, si sta ora occupando di ”fornire tutta l’assistenza possibile” alla nave appena liberata.

”La nave Andrea Doria – ricostruisce l’ammiraglio – era impegnata nella sua normale attivita’ di pattugliamento al largo delle coste somale, quando ieri ha ricevuto la chiamata del comandante della ‘Rosalia D’Amato’. Felice, ci ha detto che finalmente la nave era stata liberata dai pirati”.

L’ammiraglio Mattesi spiega che ”la compagnia armatrice aveva gia’ predisposto l’invio di una piccola unita’, salpata da Mombasa, con un carico di gasolio: fatto rifornimento hanno lasciato il punto di ancoraggio, ma a bordo della Rosalia D’Amato sono tuttora in corso una serie di attivita’, verifiche e controlli di natura tecnica necessari per garantire la navigazione del cargo”.

“Nel frattempo – prosegue l’ammiraglio – stamattina abbiamo mandato a bordo della nave dei team di protezione del Reggimento San Marco della Marina militare: e’ necessario per mettere al sicuro la nave da eventuali ulteriori attacchi e per scongiurare che venga di nuovo rapita dopo l’avvenuta liberazione, come gia’ successo in altri casi”.

A bordo anche ”personale per la bonifica da esplosivi, viveri, medicinali e un medico che ha da poco concluso le visite: stanno tutti bene, tenuto sempre conto di tutto quello che hanno passato. Insomma, stiamo continuando a dare assistenza: quando la nave sara’ pronta per la navigazione la scorteremo in acque sicure”.

Acque ‘sicure’ che non sono ancora quelle dove si trova attualmente, una bacino dove sono ormeggiati numerosi cargo tuttora sotto sequestro da parte dei pirati, insieme ai loro equipaggi (un centinaio di miglia a nord da dove si trova la ‘Savina Caylin, l’altra nave italiana sequestrata). E’ stato pagato un riscatto? ”Di questo non so niente”, taglia corto l’ammiraglio Mattesi.

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