Licenziato a 17 mesi dalla pensione. Aveva finito i giorni di malattia causa coronavirus

Licenziato dal supermercato a 17 mesi dalla pensione. La motivazione: sforamento del limite dei giorni di malattia causa coronavirus.

Contagiato dal coronavirus, in ospedale convalescente per mesi e poi licenziato perché ha superato i giorni di malattia disponibili. Il tutto a soli 17 mesi dalla pensione, dopo 31 anni di lavoro. Eppure il licenziamento sarebbe illegittimo perché i giorni di malattia per curare il coronavirus non sono da conteggiare (questo diceva il decreto Cura Italia).

Licenziato per i giorni finiti causa coronavirus quindi. Tutto accade in provincia di Lodi, città simbolo proprio del coronavirus quando a marzo-aprile si era in piena epidemia, soprattutto in Lombardia. Il lavoratore del supermercato aveva superato il limite dei “giorni di comporto” (ovvero i giorni di malattia fruibili che garantiscono la conservazione del posto di lavoro) e la sua azienda ha deciso comunque di mandarlo via quando la pensione era così vicina.

“Periodo che, secondo quanto previsto dal decreto Cura Italia -sottolinea Ivan Cattaneo, segretario della Filcams Cgil di Lodi – non va conteggiato in caso di Covid”. Di qui l’impugnazione del licenziamento già presentata con l’appoggio della stessa Cgil.

Come riporta Francesco Gastaldi per Il Corriere della Sera, la motivazione data, lo sforamento del limite dei giorni di malattia, non convince Ivan Cattaneo. “Senza contare l’aspetto umano di un uomo messo alla porta dopo oltre trent’anni di servizio”, protesta il segretario Filcams Cgil. E’ un errore tecnico grave perché il decreto Cura Italia esclude ricovero e isolamento per Covid dal conteggio dei periodi di comporto. Ricorreremo. Francesco è uno dei tanti angeli del Covid che, finita l’emergenza, sono stati scaricati come un peso”. (Fonte Il Corriere della Sera).
 

 

 

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