Lidl cancella croci cristiane dai supermercati: genuflessione non richiesta a Islam

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Lidl cancella croci cristiane dai supermercati: genuflessione non richiesta a Islam

ROMA – Lidl cancella croci cristiane dai supermercati: genuflessione non richiesta a Islam. Per non urtare la sensibilità religiosa di clienti di fede non cristiana, Lidl, marchio della grande distribuzione, ha fatto sparire le croci dalle foto in bianco e nero delle chiese di Dolceacqua (Imperia) che aveva scelto per farne un poster da tenere alle casse del punto vendita di Camporosso. Così le croci sulla facciata e sul campanile della chiesa di Sant’Antonio Abate sono sparite.

L’iniziativa ha fatto infuriare il sindaco per questa rappresentazione falsata di una delle ‘cartoline’ del paese e ha scritto ai vertici aziendali, annunciando di rivolgersi a un legale se le immagini usate non saranno ripristinate. Lo scrive Il Secolo XIX. “Mostrate foto di Dolceacqua che rispecchiano la realtà. Se non volete le croci, piuttosto mettete il castello Doria”, dice Fulvio Gazzola.

“Loro dicono che è una campagna nazionale ed europea quella di togliere i segni religiosi – spiega Gazzola -. Sono liberi di fare come vogliono, ma non rovinino le foto, basta soltanto cambiare il soggetto”. Ma non è la prima volta che Lidl ha, diciamo così, sbianchettato storia e tradizioni in nome di un equivoca correttezza religiosa.

Il caso è esploso già a inizio settembre, quando dalle splendide cupole blu di Santorini, utilizzate sulla scatola di alcuni prodotti greci, erano state eliminate le croci. Succedeva in Belgio: un consumatore ha scritto alla catena di supermercati chiedendo spiegazioni e si è sentito rispondere che si trattava di una scelta «politically correct», per non urtare nessuno, insomma. E a Camporosso, in pratica, succede lo stesso. Dal Belgio il caso si era esteso, perché la «sparizione» delle croci riguardava prodotti della stessa linea commercializzati anche in Germania, Austria, Regno Unito. In Repubblica Ceca è intervenuto perfino l’arcivescovo di Praga, qualificando la cancellazione dei simboli cristiani come un atto incivile e senza precedenti. (Lorenza Rapini, La Stampa)

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