Lignano: killer ingrati e ottusi, vittime “suicidate” dai soldi

Lisandra Rico confessa la partecipazione al delitto di Lignano. Il “mistero” dei coniugi uccisi era in realtà una “banale” rapina. L’appetito degli assassini per un tesoretto nascosto in casa
Lisandra in una foto dal suo profilo Facebook

LIGNANO – Due killer ingrati con il destino e ottusi all’inverosimile. Due vittime che forse non hanno neanche provato a evitare il peggio, “suicidate” dai loro stessi soldi. Nel delitto di Lignano si sono incontrate due facce della stessa fame di soldi, quella che arriva a uccidere e quella che preferisce morire piuttosto che consegnare il tesoretto. Eccola la banale trama di quello che fino a ieri era un mistero: come si può torturare e uccidere brutalmente una coppia mite, benvoluta dalla comunità, avanti con gli anni. Soli, di notte, in casa. Quale misterioso e contorto movente può aver spinto gli assassini? E invece era il più banale di tutti: il solito, vecchio, appetito di soldi.

L’appetito dei killer ingrati e ottusi. I due fratellastri cubani venuti in Italia per ricongiungersi alla madre che a Lignano Sabbiadoro lavorava da 20 anni. Lisandra Aguila Rico, 21 anni, ha confessato la partecipazione a quell’omicidio dopo che i carabinieri l’hanno trovata in provincia di Salerno, lontana da giorni dal Friuli. Senza spiegare però nel dettaglio il suo ruolo. Appariscente, un filo arrogante. Così la descrivono a Lignano. Faceva la cameriera nella gelateria del compagno (italiano) della mamma.

Laborde Reiver Rico, 24 anni, fratellastro di Lisandra, non è più a Lignano, è riuscito probabilmente a tornare a Cuba. Alto, 150 chili, un bestione. Ma mite e benvoluto, un ottimo cameriere. Il proprietario della sala giochi dove lavorava negli ultimi tempi ha detto: “Il miglior dipendente mai avuto”. I due killer, prima di uccidere, erano due ragazzi cubani come tanti, ma baciati da una fortuna: quella di avere la mamma residente in Italia. E infatti appena hanno potuto l’hanno seguita in un Paese più ricco, con più possibilità. In una terra, Lignano Sabbiadoro, che da decenni è meta di vacanze. Che d’estate offre occasioni e lavori, soprattutto a due camerieri.

Ma il 18 agosto, in piena stagione estiva, Lisandra e Laborde hanno deciso che la loro fortuna non bastava. Ingrati col destino, si sono dimostrati anche ottusi. Ottusi nell’accanimento sulle vittime che non ne volevano sapere di dire dove avessero i soldi in casa. Ottusi perché potevano lasciar perdere, scappare prima che li riconoscessero. Perché Rosetta e Paolo Burgato avevano una coltelleria proprio accanto alla gelateria della mamma dei fratelli cubani. E la furia assassina è scattata quando Paolo, ingenuamente, ha detto a quell’energumeno col volto coperto: “Ma tu sei quello della gelateria”.

E così i due miti coniugi hanno firmato la loro condanna. Una condanna per due vittime “suicidate” dai loro stessi soldi. Pare che in casa i coniugi Burgato tenessero ben più di qualche risparmio. Il tg La7 lunedì sera diceva che avevano 40mila euro dietro un battiscopa. E altrettanto in soffitta. Un tesoretto che tenevano in casa forse per un’antica diffidenza verso banche e investimenti. I risparmi di una vita nascosti sotto il materasso. Fatto sta che la voce di un tesoretto casalingo deve essere girata in paese perché è arrivata alle orecchie dei fratelli cubani. Che una notte di agosto li aspettano in casa per avere quei soldi. Forse all’inizio minacciano e urlano, sventolano i coltelli. Ma loro no, non dicono dove hanno i soldi. Arrivano a torturarli, le ferite di arma da taglio sono parecchie. Ma Rosetta e Paolo non cedono. Muoiono alla fine e i due cubani lasciano la taverna di quella casa con un bottino misero ritrovato tra portafogli e svuotatasche.

Quando il giorno dopo il figlio della coppia ritrova i corpi dei genitori, orrendamente assassinati, gli investigatori non escludono nulla. Un omicidio-suicidio? Un avvertimento finito male? La mala che si accanisce con l’anziana e stimata coppia per chissà quale motivo? Perché è difficile credere che tanta crudeltà sia esplosa per una banale rapina. E invece, dopo la confessione di Lisandra, la verità nella sua disarmante semplicità: due killer ingrati e ottusi, due vittime “suicidate”. Da una parte chi era pronto a uccidere per il denaro, dall’altra chi era pronto a morire per difenderlo.

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