Lignano Sabbiadoro, il padre della ragazza violentata dal branco sfonda la porta degli stupratori: “Piangevano come conigli”

Parla il padre della ragazza di 18 anni violentata dal branco lo scorso 10 agosto a Lignano Sabbiadoro: “Volevo vederli in faccia. Uno a uno. Si sono chiusi a chiave in una stanza. Li sentivo piagnucolare, conigli”. Sono queste le prime parole del padre della ragazza di 18 anni vittima dello stupro. L’uomo dice che dopo aver ascoltato il racconto della figlia è andato a cercare i cinque giovani, tutti tra i 17 e i 21 anni, ora iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo.

Lignano Sabbiadoro, il racconto del padre della ragazza violentata

“Non ci ho pensato su due volte – ha raccontato l’uomo al Corriere della Sera -. Sono partito come un missile verso quell’appartamento. Non ricordo quel tratto di strada tanta era la rabbia che provavo. Ho bussato, ho suonato. Niente. E allora ho sfondato la porta a spallate. Volevo vederli in faccia. Uno a uno. Si sono chiusi a chiave in una stanza. Li sentivo piagnucolare… Conigli. Poi hanno gridato aiuto, sì, pazzesco, loro chiedevano di essere aiutati dopo quello che avevano fatto a mia figlia. Le loro grida hanno richiamato alcuni condomini. Ho desistito, distrutto, vinto, incredulo”.

“Mia figlia era stravolta”

Il padre della 18enne ha anche spiegato che non era sua intenzione fare del male ai cinque ragazzi. “Non è nemmeno vero che avrei voluto farmi giustizia da solo – ha detto -. Mia figlia mi aveva raggiunto in spiaggia. Era stravolta. Mi ha raccontato, avrei voluto chiamare la polizia, ma ero senza il cellulare”. 

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