ROMA – “Liliana Segre non la sopporto. E anche voi, ragazzi, non vi fate fregare da questi personaggi che cercano solo pubblicità”. Questo quanto avrebbe detto un’insegnante di una scuola media di Firenze, agli alunni di seconda lunedì scorso, il Giorno della memoria.
Lo riporta oggi, venerdì 31 gennaio, il quotidiano La Nazione. “Anche mio nonno è stato in un campo di concentramento – avrebbe proseguito la docente stando alle testimonianze dei ragazzi – ma non è certo andato in giro a dirlo a tutti”.
“E ora – avrebbe aggiunto ancora il professore parlando con gli studenti – non andate a casa a dire ai vostri genitori che sono nazista e antisemita”.
Gli alunni hanno però informato i genitori che poi, attraverso una chat di WhatsApp, hanno deciso di protestare con la dirigenza dell’istituto.
“La faccenda – si legge sulla Nazione – non si è chiusa tuttavia con l’indignazione di ragazzi e genitori. Questi ultimi infatti, attraverso una chat di WhatsApp utilizzata per raccordarsi sugli impegni scolastici dei figli, hanno deciso di protestare con la dirigenza dell’istituto. Risultato: la prof, con le spalle al muro, si è vista costretta a tornare in classe e chiedere scusa. Ma le parole pronunciate qualche ora prima restano”.
Fonte: La Nazione, Ansa.