MILANO – Uno stupido incidente domestico di cui è stato vittima il figlio più piccolo, Miki, di 10 anni, è stato all’origine di quattro giorni di incubo per Linus, amatissimo direttore e conduttore di Radio DJ. Sono stati quattro giorni di angoscia, con il bambino che non muoveva più le gambe a causa di uno “shok midollare”, causato da una stupida caduta da una sedia. Il bambino era salito sulla sedia per raggiungere una mensola, la sedia si è sbilanciata, Miki è caduto a ha battuto la schiena contro lo spigolo del letto.
[Per guardare il video di Miki che ritorna a camminare clicca qui]
Commuovono le parole con cui Linus racconta la sua vicenda. In questo post sul suo blog, Linus è uno di noi cui è capitata una disgrazia nella vita più profondamente intima, una disgrazia di quelle che ci possono capitare ogni momento, di quelle che pensiamo, come Linus pensava fino a ieri, che possono capitare solo agli altri.
Eppure Linus è un personaggio straordinario, senza età ma di antichi principi, nato Pasquale Di Molfetta nel 1957 per l’anagrafe e per milioni di italiani, almeno un paio di generazioni, con la Radio DJ di Claudio Cecchetto, radio che poi Linus ha salvato, conservato e traghettato per un quarto di secolo sull’onda della evoluzione dei gusti musicali e della cultura degli italiani. Ecco le sue parole:
“Adesso so cosa risponderò quando mi chiederanno qual è stato il più bel giorno della mia vita: ieri, l’otto gennaio. Quando ho rivisto Miki camminare con quella che per adesso è solo l’imitazione della sua tipica andatura ciondolante. Ma a me sembra volare.
Non potete immaginare quanto sia felice. Adesso. Come non potete immaginare cosa voglia dire correre al Pronto Soccorso con vostro figlio in braccio.Adesso ve lo posso anche raccontare: domenica pomeriggio si era arrampicato su una sedia per raggiungere una mensola, è scivolato ed è caduto picchiando la schiena contro lo spigolo del letto. E di colpo non muoveva più le gambe.
Vi risparmio tutto il resto.
Quattro giorni da incubo, addolciti solo dalla gentilezza dei medici e degli infermieri dell’Ospedale di Cesena.
“Non può capitare a mio figlio”, pensi.
Ma poi pensi “a qualcuno deve capitare, chi sono io per poter dire a me no?”.
E ogni volta che rispondi a un messaggio non vuoi essere troppo negativo per non portarti sfortuna da solo, ma al tempo stesso non puoi ostentare una sicurezza che non hai. Ma che tutti ti chiedono.
Terribile. Fino a ieri. Il giorno più bello della mia vita.
Shock midollare, si chiama.
O Stupor.
O miracolo. Bella Miki.Ps: ieri sera sono rimasto da solo, Carlotta [la moglie] era in Ospedale , io a casa. Non avevo voglia di guardare la tv, e comunque non lo avrei fatto. Avevo un debito da saldare. Ho preso l’iPad e mi sono letto TUTTI i commenti. Con la faccia piena di lacrime. Grazie, siete stati meravigliosi”.
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