Maxi liquidazioni Rai: 930mila euro a Buttiglione, 695 mila a Del Bosco

Pubblicato il 8 Febbraio 2012 - 10:54 OLTRE 6 MESI FA

Mauro Masi (foto La Presse)

ROMA – Maxi liquidazioni alla Rai. L’ex conduttrice del Tg1 Angela Buttiglione ricevette 930 mila euro di liquidazione, mentre Marcello Del Bosco uscì dall’azienda con 695 mila euro. Mauro Masi giustificò tali compensi con un “patto di non concorrenza”, rispettivamente di 420 mila e 260 mila euro. Buttiglione e Del Bosco furono sostituiti da Alberto Maccari e da Bruno Soccillo nel 2009. L’ex direttore generale della Rai Masi è stato condannato dalla Corte dei conti a risarcire la Rai con 100 mila euro per le due indebite liquidazioni, come racconta La Stampa.

La Corte dei conti ha definito quello di Masi un “comportamento irrazionale per la Rai” e ancora un “uso dei poteri di gestione deviato rispetto agli effettivi interessi dell’azienda”. La difesa di Masi sostiene che si è trattato di libere contrattazioni con scelte aziendali insindacabili, come riporta La Stampa, affermando che il risarcimento all’azienda andrebbe chiesto anche ai consiglieri di amministrazione, ai membri del collegio sindacale, all’audit interno ed alla società di revisione del bilancio.

Ma la linea di difesa di Masi è stata bocciata dalla Corte dei conti, che vede come scelta personale dell’ex direttore generale Rai il licenziamento di Buttiglione e Del Bosco. Inoltre secondo la Corte “la sua decisione appare irrazionale perché da un lato la Rai si è privata di due soggetti delle cui elevate professionalità avrebbe potuto continuare ad avvalersi, e dall’altro per evitare che quelle stesse professionalità fossero messe al servizio della concorrenza ha proceduto a un esborso di rilevante impatto economico”. Masi ha detto: “L’attenta valutazione di ogni aspetto delle complesse situazioni da risolvere, nel rispetto dei canoni della ragionevolezza, economicità e proporzionalità”.

Secondo i giudici le liquidazioni sono descritte in tabelle piene di “cifre teoriche e consapevolmente gonfiate”, senza contare che la mancata ricollocazione dei due dirigenti ha violanto il contratto nazionale di lavoro per “grave volontaria inerzia”. Masi è stato dunque condannato a risarcire la Rai con 680 mila euro, ma in giudici hanno poi accettato in “via equitativa” appena 100 mila euro, circa un quarto del suo stipendio alla Consap.