Una coppia di romani doveva imbarcarsi da Piombino, nel livornese, per l’isola d’Elba, ma poi ha rinunciato alla partenza per curare il proprio gatto che si era ammalato. Ma, alla richiesta di rimborso del biglietto, si è sentita rispondere «nisba». Il tour operator ha infatti spiegato loro che il risarcimento è previsto solo nel caso in cui si rinunci all’imbarco per assistere un cane con pedigree.
I due romani, che dovevano salire a bordo di una nave “Toremar” si sono allora rivolti agli avvocati Anna Orecchioni e Giacinto Canzona, che hanno fatto uscire allo scoperto la vicenda. I due legali non sono nuovi a questo tipo di difese, visto che negli ultimi tempi erano stati al centro di numerosi episodi “curiosi” di cronaca.
«I nostri assistiti – hanno spiegato gli avvocati – non si sono presentati all’imbarco perchè, la sera precedente, il loro gatto si era sentito male. Portato al pronto soccorso veterinario, era stato operato per peritonite. Nei giorni successivi la coppia ha vegliato il gatto, finchè, qualche giorno dopo, è morto».
«Dopo Ferragosto – hanno aggiunto i legali – la coppia si è rivolta al tour operator per chiedere il rimborso del viaggio, ma la risposta è stata beffarda: il rimborso è infatti previsto solo nel caso di assistenza a cani con pedigree. La coppia, pertanto, ci ha dato mandato per ottenere il rimborso anche parziale del viaggio».