Livorno come L’Aquila: “Brindisi all’alluvione”. Due persone agli arresti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Agosto 2018 - 14:11 OLTRE 6 MESI FA
livorno alluvione

Un’immagine dell’alluvione a Livorno nel 2017 (foto Ansa)

LIVORNO – A Livorno c’era chi si diceva pronto a brindare per l’alluvione del settembre del 2017. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Una storia che fa venire alla mente quella nelle ore successive al terremoto che colpì L’Aquila nell’aprile del 2009.

“Ci siamo allarmati quando da alcune intercettazioni abbiamo sentito dire da alcuni imprenditori ‘Brinderemo all’alluvione’”. Lo ha detto il capo della squadra mobile di Livorno Salvatore Blasco illustrando con il questore Lorenzo Suraci le indagini dirette dalla procura che hanno portato al nuovo arresto di Riccardo Stefanini, ex coordinatore della Protezione civile del Comune. Insieme a Stefanini è finito ai domiciliari anche Emanuele Fiaschi, titolare dell’azienda Tecnospurghi. Una terza misura (divieto di esercitare qualsiasi ufficio direttivo e di rappresentanza per un anno) ha colpito Nicoletta Frugoli, rappresentante commerciale della Comunica Italia di Roma.

L’inchiesta, riportata dal quotidiano Il Tirreno, è stata condotta dalla polizia e coordinata dalla Procura. I reati contestati a vario titolo sono truffa ai danni dello Stato e turbativa d’asta.

Stefanini non solo era già stato condannato per peculato per fatti del 2009, ma era già finito ai domiciliari alcuni mesi fa perché “sistematicamente”, secondo le indagini, usava l’auto di servizio per spostamenti privati. “Si appropriava” per “consumo personale” di beni e materiali ottenuti per “esigenze di solidarietà” della Protezione civile e usava per “scopi personali anche la carta carburante del Comune”. L’inchiesta, in quel caso, era iniziata poco prima dell’alluvione del 10 settembre 2017 quando a Livorno morirono 8 persone.

Da quel disastro è nata questa inchiesta che rappresenta uno dei filoni che riguardano i vari aspetti della vicenda. Stefanini, preposto alle gare d’appalto, avrebbe pilotato le procedure di due gare d’appalto: da qui l’accusa di turbativa d’asta in concorso con Fiaschi per la gara cosiddetta “Multiservizi” (per gli interventi post-emergenza) e in concorso con la Frugoli rappresentante di Comunicaitalia Srl, una società di Roma, per la gara sull’Alert system. Si tratta di appalti sotto soglia, cioè tutti sotto i 41mila euro. Nel primo caso, un appalto da 35 mila euro, secondo la polizia Stefanini avrebbe favorito Fiaschi facendo di tutto per scoraggiare un altro imprenditore a partecipare alla gara per la fornitura alla protezione civile di mezzi spargisale. Nel secondo, un appalto da 23mila euro, sempre Stefanini si sarebbe accordato con Frugoli, attraverso uno scambio di mail, sui criteri di scelta per far vincere il bando prima che venisse emesso. Bando che è stato redatto poi con criteri talmente stringenti che alla gara non si era presentato nessun altro.

Sia Stefanini sia Fiaschi, legati secondo gli investigatori da un consolidato rapporto fatto di regalie varie, pacchi dono e cene offerte dall’imprenditore, sono indagati anche per truffa aggravata ai danni dello Stato.

In occasione dell’allerta meteo per neve e ghiaccio del 25-26 febbraio e 1 marzo 2018, “sono state accertate gravi irregolarità compiute da Stefanini”, spiegano gli inquirenti, “nel calcolare i costi degli interventi della ditta di Fiaschi”. In sostanza il dirigente del Comune avrebbe artificiosamente aumentato orari e mezzi impiegati dalla ditta gonfiando per migliaia di euro le spese sostenute dall’Amministrazione comunale. Così i lavori di spargimento sale che erano stati effettuati spontaneamente da un mezzo di un privato per spirito di solidarietà sono stati attribuiti invece a Tecnospurghi che avrebbe intascato dal Comune 4500 euro per un servizio mai svolto. Inoltre sempre nel corso delle indagini sono emerse anomalie nei prezzi fissati da Stefanini a favore del privato anche sui sacchi di sale da disgelo: il Comune di Livorno ha pagato ogni sacco da 20 kg, 15 euro Iva esclusa, mentre nel 2013 il comune di Pisa aveva pagato lo stesso prodotto da 25 kg 3.35 euro Iva compresa.