ROMA – Se l’obiettivo era quello di ridurre il numero dei detenuti allora lo svuota carceri ha fallito. E per farlo ci ha messo poco più di due mesi visto che si tratta di un decreto entrato in vigore l’1 luglio e convertito in legge il 20 agosto. Il perché è nei numeri: i detenuti sono aumentati e il flusso tra entrate in galera e uscite di galera è rimasto invariato.
I numeri del flop li dà sul Fatto Quotidiano Luca De Carolis:
Al 31 luglio, secondo i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, i detenuti nelle carceri erano 64873, a fronte di 47mila posti regolamentari (ma secondo l’associazione Antigone sono 37mila). Il 17 settembre, davanti alla commissione Giustizia del Senato, il capo del Dap, Giovanni Tamburino, ha ammesso: “Abbiamo nuovamente superato la soglia di 65mila detenuti.
Eppure all’inizio lo svuota-carceri sembrava funzionare. Ancora il Fatto:
In una prima fase il provvedimento (emesso come decreto legge il 1° luglio, quindi subito operativo, ndr) ha determinato un calo di qualche centinaio di detenuti a settimana, ma da un mese a questa parte il ritmo è venuto meno e c’è una ripresa a risalire”. Ovvero, il decreto legge di luglio ha rimandato a casa qualche centinaio di reclusi (al 30 giugno erano 66mila), ma il lieve effetto è svanito subito.
Sull’Italia, nel frattempo, incombe la scadenza del 27 maggio 2014. E’ la data che ci ha imposto la Corte europea dei diritto dell’uomo per metterci in regola e garantire a ogni detenuto almeno tre metri quadri di spazio in cella. In caso contrario, l’Italia pagherà fino a 270 milioni.
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