Un lockdown locale, concentrato nelle zone più a rischio contagio, eviterebbe un lockdown totale? Non si sa, ma è il primo passo per evitare di chiudere tutto un’altra volta.
Ci sono infatti tre opzioni per fare in modo che non debba tornare ancora una volta alla chiusura nazionale: la prima appunto è proprio il lockdown locale. Se le misure del nuovo Dpcm dovessero risultare insufficienti (e visti i numeri al momento lo sono ma bisogna aspettare), ci sono tre step prima della chiusura totale.
Primo step: i lockdown territoriali, magari limitati ai centri urbani più colpiti che, su richiesta dei governatori, potranno essere isolati. Secondo step: la chiusura dei confini regionali. Terzo step: l’estensione della didattica a distanza a tutta la scuola (un caso estremo).
Questo perché, ricordiamolo, a 2500 persone in terapia intensiva l’Italia si ferma ancora una volta. Al momento sono 1536. Una settimana fa erano esattamente 926. Quindi ci saranno dei gradi di chiusura prima di fare lockdown totale e nazionale.
Intanto però si parla di lockdown morbido
Un lockdown morbido in Italia a partire dal 9 novembre e che duri fino a metà dicembre? Dopo la fake news secondo la quale il Governo avrebbe di nuovo chiuso tutto da lunedì 2 novembre, circola ora il lockdown morbido. Questa volta non una notizia priva di fondamento, ma qualcosa che potrebbe succedere se i numeri dovessero continuare a salire.
Lockdown morbido significa non chiudere tutto come a marzo e ad aprile. Dovrebbe prevedere: aziende, fabbriche e uffici aperti. Negozi chiusi tranne gli alimentari. L’uscita solo per andare al lavoro, portare i figli a scuola, fare la spesa o per ragioni mediche. Lo stop ai confini comunali e regionali con lockdown territoriali nelle città più colpite.
Questo perché l’Italia ora è nella fase 3 e la soglia entro la quale il governo dovrebbe intervenire sarebbe quella dei 35-40mila contagi al giorno, in quella che sarebbe la fase 4. Oggi siamo a 25mila casi… (Fonte Repubblica).