Lockdown, l’unica che ha funzionato. Ma non si può. Coronavirus l’unico che decide

Lockdown, l’unica che ha funzionato. Ma lockdown un’altra volta non si può. Quindi sarà coronavirus a decidere che autunno e inverno avremo. I governi e le popolazioni e le loro rispettive scelte incidono relativamente poco.

Dalla Cina alla Nuova Zelanda, dall’Argentina alla Francia, dagli Usa all’Italia l’unica cosa che ha funzionato è stato il lockdown. Senza lockdown coronavirus comanda. Questo raccontano i fatti, questo racconta tutto il 2020 su tutto il pianeta.

TRACCIAMENTO, TAMPONI, BUS, VACCINO, OSPEDALI…NON HA FUNZIONATO NULLA (TRANNE IL LOCKDOWN)

Italia, ottobre 2020. Non ha funzionato il tracciamento dei contatti dei positivi, non ha funzionato il contenimento dei focolai, non ha funzionato la rete dei tracciatori che si è dissolta. Oggi un possibile contagiato prima di essere tracciato ha il tempo di centinaia se non migliaia di contatti con altre persone. Quindi non ha funzionato

Non ha funzionato la rete dei tamponi. Non ce l’abbiamo fatta come sistema Italia a metterla realmente in piedi. Era stato detto, lo si sapeva che ne sarebbero occorsi circa 300 mila al giorno. Cui accedere con facilità e il referto doveva arrivare in uno, massimo due giorni. Altra cosa che non ha funzionato: i tamponi sono quando va bene un calvario a farli e spesso l’esito arriva dopo 3-4 giorni.

Non ha funzionato la rete della medicina di territorio, ancora oggi a 20 mila contagi al giorno la cosiddetta rete si sta organizzando. Ma a fatica riesce a rendere effettiva la vaccinazione anti influenzale. Per il resto, tracciamento e soprattutto assistenza domiciliare, dalle resa separa solo la buona volontà dei medici di base.

Non ha funzionato la moltiplicazione delle terapie intensive e soprattutto delle sub intensive: tra due settimane al ritmo di oggi negli ospedali niente più posto.

Non ha funzionato l’astratto e fin da subito improbabile riempimento di bus e metro all’80%  della capienza. Bus e metro hanno viaggiato spesso, quasi sempre, fuori dai cosiddetti protocolli.

Non hanno funzionato i protocolli: dovevano essere non la sicurezza (che non esiste) ma la protezione massima possibile per andare al bar, al ristorante, al mare, a teatro, cinema, piscina, palestra…Sono stati applicati e osservati in maniera burocratica e spesso svogliata. Violati con tranquilla regolarità. Sono stati sbandierati come patenti di immunità mentre nei fatti venivano ignorati ogni sera, ogni giorno.

Non ha funzionato il comportamento di massa: appelli e spiegazioni non hanno smosso e convinto. Ampie fasce della popolazione di fatto si muove e opera come se coronavirus non ci fosse o fosse innocuo. 

Non ha funzionato lo Stato, incapace di funzionare. Succedeva anche prima, figurarsi in pandemia.

Non ha funzionato il governo, di fatto capace di editti ma non di azioni.

Non hanno funzionato le Regioni, di fatto impegnate a mostrare di esistere contestando il governo: se governo chiude Regione apre, se governo apre, Regione chiude. E impegnate a rappresentare il peggio del cosiddetto territorio e cioè le sue istanze immediate e per nulla meditate. 

Non hanno funzionato i partiti politici, cluster ricolmi di irresponsabilità e incompetenza.

Né ha funzionato l’Inps che ancora non ha finito di pagare la Cassa Integrazione di maggio.

Non hanno funzionato i sussidi a fondo perduto che sono andati anche a chi non ci ha rimesso nulla.

Nulla ha funzionato nell’Italia anti Covid, tranne il lockdown.

E’ stato il lockdown a darci l’estate a basso contagio, l’estate in cui abbiamo sperperato quello che il lockdown ci ha dato. 

Già perché non ha funzionato né funziona neanche un po’ la cultura, la testa con cui affrontiamo, non solo in Italia, la pandemia.

PANDEMIA RESPIRATORIA

Dopo molti decenni in cui, soprattutto in Occidente, era fortunatamente sparita l’esperienza collettiva di qualcosa che potesse recare danno massiccio alla qualità della vita e alla vita stessa, ci risulta letteralmente impensabile che…qualcuno non faccia qualcosa.

Non funziona questa attesa, urgenza, esigenza e pretesa di massa del quando finisce e del di chi è colpa se non finisce. I giornali la chiamano rabbia o stanchezza della gente. Ma è di più, è disancoraggio dalla realtà, dalla storia che pur la gente dovrebbe conoscere: mai una pandemia respiratoria è stata domata per via farmacologica. Mai una pandemia respiratoria è durata tre, quattro mesi.

Pandemia respiratoria, si usano questi due termini ma ci si rifiuta di accettare il loro letterale significato. Pandemia respiratoria, cioè impossibilità di luoghi e protocolli che eliminino la possibilità di contagio. Si può avere un luogo più o meno protetto ma mai sicuro. Perché è respiratoria, cioè si propaga con il respiro dell’altro umano e quindi, allo stato attuale delle conoscenze umane, l’unica è il lockdown.

INFORMAZIONI E ISTRUZIONI CERTE! MA VIRUS 2021 POTREBBE SPARIRE O INCRUDELIRE, NON LO SAPPIAMO

Informazioni, azioni e istruzioni certe reclama la gente, al posto del lockdown diteci preciso cosa fare, come stare in regola e al sicuro e quando e come finisce. Certezze? Per quel che noi umani sappiamo, coronavirus potrebbe l’anno prossimo sparire (per ragioni a noi sostanzialmente ignote come accadde col virus dell cosiddetta spagnola) o incrudelire e diventare più letale. 

Non lo sappiamo, quel che sappiamo è che una pandemia respiratoria tra alti e bassi della sua virulenza ha un arco di tre, quattro anni e non di tre o quattro mesi. Sappiamo che un vaccino somministrato a livello di massa è questione del 2022. L’unica che funziona è il lockdown, questo lo sappiamo. Sappiamo che una pandemia respiratoria non più contenuta (è il caso qui e oggi dell’Europa) si mitiga solo col lockdown.

Ma lockdown non si vuole e non si può. Allora sarebbe onesto e adulto e veritiero dire e dirci che accettiamo la nostra aliquota di ricoveri e decessi giornalieri in ospedale, che inevitabile sarà l’ospedale senza più posto, che mille o anche duemila ricoverati al giorno e cento o duecento morti al giorno sono il prezzo equo e giusto.

In fondo in ospedale finisce solo il sette per cento dei contagiati e in fondo muore uno scarso un per cento. Mettiamola così: nel vostro palazzo vivono cento persone, domattina all’uscita del portone 93 usciranno indenni come sempre, al massimo un mal di testa. Sette invece finiranno la giornata in ospedale, una ci morirà in ospedale? Vi sentite tranquilli e sicuri di essere uno dei 93, uscireste sereni e per primi di casa, tanto solo per sette su cento coinquilini finisce male o peggio?

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