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Lockdown per non vaccinati, non è più una bestemmia: Sileri lo dice apertamente ma le Regioni…

di Alberto Francavilla |18 Novembre 2021 14:56

Lockdown per non vaccinati, non è più una bestemmia: Sileri lo dice apertamente ma le Regioni... (Foto d'archivio Ansa)

Lockdown per i non vaccinati in Italia, dirlo non è più una bestemmia. Il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, ammette che è una ipotesi da prendere in considerazione in futuro. Ma le Regioni non sono tutte d’accordo.

Ad esempio Zaia (Veneto) e Acquaroli (Marche) non sono favorevoli a nuove restrizioni per chi non è vaccinato. Fontana (Lombardia) invece apre a questa possibilità. Si tratterebbe di agire sul modello austriaco, che ha deciso di negare alcune attività ai non vaccinati (ristoranti, cinema, teatri, impianti sciistici eccetera). L’obiettivo sarebbe quello di evitare di essere travolti dalla quarta ondata di Covid, come sta accadendo in diversi Paesi d’Europa (per esempio in Germania).

Sileri e il lockdown per non vaccinati

Lockdown per non vaccinati? Non è la strategia da attuare con i numeri odierni, può essere valutata in caso di passaggio in zona arancione”. Lo afferma Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus.

“Non è la strategia da attuare con i numeri odierni – ha affermato Sileri – C’è qualche area del Paese che rischia di finire in zona gialla, ma questa non prevede grosse restrizioni, quindi al momento non vi è motivo di fare restrizioni per i non vaccinati. Va tenuta sul tavolo, come tante altre opzioni, ma la situazione è sotto controllo”.

“Dobbiamo concentrarci sullo spingere le persone a fare la prima dose, chi non l’ha fatta, e gli altri la terza dose. La scienza oggi ci mostra che i vaccini funzionano e funzionano molto bene, ma che questa immunità tende a ridursi nel corso del tempo, che è quello che accade anche per tantissimi altri vaccini”. 

Zaia e Acquaroli contro restrizioni per non vaccinati

Il lockdown per i non vaccinati “ha oggettivi limiti costituzionali. Dovremmo investire di più sul dialogo convincendo gli irriducibili a vaccinarsi. Comunque, ogni decisione la prenderemo assieme, fra governatori”. A dirlo è il presidente del Veneto, Luca Zaia, in un’intervista al Corriere della Sera, parlando della proposta arrivata da alcuni presidenti di Regione.

Alla domanda se il vaccino obbligatorio sia un tabù, Zaia risponde: “Qualcuno può forse pensare che in questo Paese si possano accompagnare i cittadini coattamente a vaccinarsi?”. 

Il presidente della Regione Marche Francesco Acqauroli ritiene che non siano “utili” ulteriori restrizioni per i non vaccinati o un Green pass rinforzato, “perché anche se il contagio ha ripreso a correre siamo in una fase diversa dallo scorso anno” e anche perché “nonostante il primo e il secondo Green pass, non stiamo vedendo un aumento sconvolgente delle vaccinazioni”. Acquaroli lo ha detto a Sky Tg 24, poco prima dell’incontro delle Regioni che dovrebbe decidere sulla ulteriori misure. Misure che, secondo il governatore marchigiano, rischierebbero di creare “altre tensioni e divisioni tra chi è vaccinato e chi non lo è”.

Fontana vuole tutelare i vaccinati

“Chi ha fatto il proprio dovere va tutelato: se la situazione dovesse evolversi in senso negativo, ci dovranno essere limitazioni che non vadano a colpire chi si è vaccinato”. Ne è convinto il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, intervistato da La Stampa.

E alla domanda se abbia in mente il ‘modello austriaco’, risponde: “Queste sono decisioni che spettano al governo. Io vado a dire. tuteliamo prima di tutto la libertà di chi ha fatto il proprio dovere”. Sulla terza dose il presidente della Lombardia afferma: “sono scelte che competono al governo. Io personalmente sto facendo di tutto per invitare i cittadini a farla. Nella mia filosofia – dice – non sono mai favorevole alle imposizioni, all’obbligatorietà. Io sono per cercare di convincere la gente”.

Per Fontana tornare a un lockdown “sarebbe un danno indicibile, gravissimo da assorbire. E non solo per l’economia ma anche per l’aspetto psicologico. In Lombardia – spiega – più di 8 milioni di persone si sono vaccinate e io credo che non meritino ulteriori chiusure”.

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