ROMA – A Lodi la mensa scolastica costa troppo per alcune famiglie, più di 300 di bambini sono costretti a saltarla, a rinunciarci perché i genitori, stranieri, non sono in grado di far fronte alle spese. L’anno scorso la mensa costava due euro a pranzo, oggi 5; il pulmino 90 euro trimestrali, oggi 210.
Per le famiglie non italiane, per gli immigrati le regole per iscrivere i figli a scuola e ottenere le agevolazioni sui servizi come la mensa e lo scuola-bus, sono diverse.
La sindaca leghista Sara Casanova ha fatto approvare una delibera che impone una autocertificazione Isee che dimostri il reddito della famiglia: per gli stranieri extracomunitari, però, c’è anche l’obbligo di un attestato supplementare, redatto nel paese d’origine.
Per cui giri burocratici lunghi e dispendiosi, traduzioni giurate… I più rinunciano, quelli con famiglie numerose proprio non possono. La norma è contro “i furbetti”, si giustificano in Comune. Alessandro Fulloni, l’inviato del Corriere della Sera non può però non segnalare la situazione limite per cui “uno yogurt può essere servito, durante la ricreazione, solo agli italiani e non agli stranieri che non ne hanno più diritto”.
I presidi delle cinque scuole medie e elementari cercano di organizzarsi. Due di loro hanno scelto di violare la legge consentendo di far portare il cestino da casa ai bambini e farli mangiare nello stesso luogo, e non in stanze separate in ossequio ai regolamenti comunali sull’igiene e la sicurezza.