Lombardia, il paradosso del biologico: si mangia tanto, si coltiva poco

Pubblicato il 14 Gennaio 2011 - 05:44 OLTRE 6 MESI FA

Si mangia tanto e si coltiva poco. Potrebbe riassumersi così il paradosso del biologico italiano, che coinvolge un milione 200 mila ettari di terreno e smuove un giro di affari di circa di 1,7 miliardi di euro l’anno. Se la crescita delle vendite dei prodotti non conosce sosta (+ 11% nel 2010, dati Ismea), meno felici sono le acque in cui navigano i coltivatori: il Sinab ha diffuso dati in base ai quali risulta che gli operatori del settore bio in Italia sono 48.509, con una riduzione del 2,3% rispetto al 2008.

I più colpiti dalla difficoltà del settore sono i piccoli coltivatori, che difficilmente reggono la concorrenza dei grandi insediamenti. Una situazione denunciata anche da Andrea Ferrante, presidente dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica per le politiche del biologico, che individua nella: “Mancanza di un coordinamento strategico nazionale” il fattore che più incide e “espelle le piccole aziende dal sistema produttivo italiano”.

Per quel che riguarda la Lombardia, nella regione “locomotiva ‘Italia” per quanto riguarda l’industria in generale, si concentra soltanto l’1,35% della superficie agricola biologica nazionale, che equivale al 25% della superficie complessiva regionale; qui trovano collocazione 1.169 imprese del settore, in leggera flessione (-1,7%) rispetto a fine 2009. Ma è un dato che secondo il presidente di “La buona terra”, l’associazione lombarda degli agricoltori biologici, Silvano Delai presto sarà modificato:“Il biologico è un settore che cela ancora grandi potenzialità – ha commentato – Che sono convinto potrà crescere ancora. Basti pensare che il dato di crescita è fermo ai primi nove mesi del 2010 e che quindi, quello definitivo, fino alla fine dell’anno, quando sarà disponibile, sarà di ulteriore crescita”.