Lombardia. Conte sferza Fontana: “Se vuoi la zona rossa, ordinala”. Regione, sindaci, governo: tutti contro tutti

ROMA – La situazione in Lombardia resta drammatica, anche la mezza tregua politica tra centro e periferia e tra destra e sinistra ne fa le spese. Il presidente della Regione Fontana attacca il Governo perché esigeva più durezza nelle restrizioni, il premier Conte gli risponde sferzante che nessuno gli impedisce di ordinare tutte le zone rosse che desidera e se voleva chiudere la bergamasca aveva i poteri per farlo.

I sindaci lombardi di centrosinistra chiedono alla Regione quando arrivano mascherine, tamponi e test sugli anticorpi, l’assessore di Fontana, Gallera, contesta loro l’attacco politico strumentale. E Salvini li liquida come gente che ha tempo da perdere. Fontana gli dice di chiedere al governo da cui finora ha ricevuto solo le briciole.

Nel mezzo della polemica (che rischia di far male a tutti, in primis ai cittadini sconcertati) il capo politico dei 5 Stelle intima alla Regione di costruire l’ospedale da campo nella Brescia martoriata dal contagio. E, en passant, ventila la necessità di riportare in seno allo Stato la delega sulla salute pubblica.  

Conte alla Lombardia: “Chi vi impedisce di fare la zona rossa?”

“La Regione Lombardia come tutte le altre, non è mai stata esautorata dalla possibilità di adottare ordinanze proprie, anche più restrittive, secondo la legge 833/1978”, replica Conte, sottolineando che “peraltro la Lombardia, quando ha voluto introdurre misure più restrittive, lo ha fatto”, ha dichiarato il premier Conte al Fatto quotidiano, replicando alle critiche dei governatori sulla poca severità delle restrizioni.

Fontana a Conte, “Chi ci mando a presidiare la zona rossa?”

“Sull’istituzione della zona rossa nella bergamasca “il premier Conte, che è un fine giurista, deve darmi due risposte: 1 come faccio io che non ho titoli a bloccare un diritto costituzionale protetto; 2 anche se l’avessi disposta con che forze dell’ordine avrei potuto chiudere zona rossa?”. Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, risponde alle parole del premier Giuseppe Conte.

Per il governatore “è un tentativo di scaricare. Noi a Conte abbiamo chiesto la zona rossa, nel comitato tecnico il nostro rappresentante ha insistito. E’ inutile che cerchi di scaricare su di noi”. Invece il premier Conte, quando prese ulteriore misure restrittive, “disse ‘è come se realizzassi zona rossa in tutta regione'”.

“Mascherine? Il Governo ci ha dato le briciole”

“E’ passato ormai quasi un mese e mezzo dall’inizio dell’epidemia e sostanzialmente da Roma stiamo ricevendo delle briciole. Se noi non ci fossimo dati da fare autonomamente, avremmo chiuso gli ospedali dopo due giorni”. Lo ha detto il governatore lombardo Attilio Fontana, intervistato da Radio Padania. “Il numero di mascherine che ci arrivavano dalla Protezione Civile non ci avrebbe consentito di aprire gli ospedali. E’ una vergogna questa, non ci è arrivata se non una piccola parte di ciò che avevamo richiesto”.

Crimi (M5S): “La sanità torni competenza statale”

“Noi abbiamo a Brescia una situazione veramente drammatica quasi quanto quella di Bergamo. C’è un appello da parte dei sindaci bresciani e della comunità medica, per realizzare anche a Brescia una struttura temporanea, che vada ad agganciarsi all’ospedale. Purtroppo, da questo punto di vista, la Regione Lombardia non ha dato alcuna risposta. Col decreto Cura Italia sono stati stanziati 50 milioni di euro, dei quali otto milioni sono stati dati alla Regione Lombardia dal 17 marzo. Noi vogliamo sapere cosa intenda fare di quegli otto milioni la Regione Lombardia”. Lo ha detto il viceministro dell’Interno e Capo politico di M5s, Vito Crimi, ad Agorà in onda su Rai 3.

“Mentre fanno l’inaugurazione di questa struttura a Milano – prosegue – che ospita 24 pazienti, in pompa magna violando tra l’altro tutte le norme legate agli assembramenti e forse dovendosi automultare, a Brescia si piangono ancora i morti e non c’è nessuna risposta. Noi vogliamo anche a Brescia una struttura temporanea. Non è possibile che per realizzarla, come è successo a Bergamo, la debbano realizzare i privati o gli alpini o i volontari. E’ una cosa alla quale la Regione Lombardia deve dare una risposta. Sono stati depositati nove progetti, è stata inviata la richiesta, è passata una settimana, adesso cominciamo a battere i pugni. E’ stato sempre detto no. Mi occuperò personalmente – conclude Crimi – di chiedere a Fontana che fine fanno questi otto milioni e che si diano una mossa per dare una risposta ai bresciani”. (fonti Agi, Ansa, Il fatto quotidiano)

 

 

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