Lombardia, scuola nel caos: 5mila classi (67mila alunni) in quarantena, boom di casi in materne e elementari

La variante Omicron manda in tilt la scuola in Lombardia. I numeri sono impietosi: oltre 5mila classi in quarantena. Per un totale di oltre 67mila alunni in isolamento. I più colpiti sono gli studenti di materne e elementari, che pagano il ritardo con cui hanno potuto accedere ai vaccini anti Covid.

E, nel caso dei più piccoli, anche la mancanza di obbligo di mascherina. Era prevedibile, data la contagiosità di questa variante, eppure il ministro e il governo hanno preferito tenere le scuole aperte. Una scelta politica, e politicamente giusta, perché non si possono tenere bambini e scolari in isolamento perenne. A costo di accettarne i rischi. Ora, però, la situazione (in Lombardia ma non solo) sembra già critica.

Lombardia: scuola nel caos tra quarantene e isolamenti

Boom di classi in quarantena nella scuole lombarde per effetto dei contagi Covid. Secondo il report di monitoraggio della Regione, al 16 gennaio sono 5.415 le classi in isolamento (1.838 nell’Ats di Milano), per un totale di 67.433 alunni e 3.320 operatori. Al decremento delle misure restrittive osservato nelle settimane precedenti e connesso al periodo di chiusura per le vacanze natalizie segue un incremento che si evidenzia in tutti i cicli scolastici.

Il trend dei contagi tra il 10 e il 16 gennaio è in aumento in quasi tutta la popolazione scolastica, in particolare tra i 3 e i 5 anni, mentre cala lievemente nella fascia 14-18.

I numeri di Bianchi sulla scuola

 “Ad oggi, alle 12, il 93,4% delle classi sono in presenza. Di questi il 13,1% con attività integrata per singoli studenti a distanza. Le classi totalmente a distanza sono il 6,6%”. Lo afferma il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, durante l’audizione in commissione Cultura alla Camera.

I dirigenti scolastici  si lamentano col ministro Bianchi

“Il famoso disastro che ci doveva essere con la riapertura della scuola dopo la pausa di Natale non c’è stato” esultava l’altro giorno il Ministro Bianchi, senza fornire però i dati su contagi e quarantene comunicati dalle scuole al Ministero. Avrebbe dovuto ammettere, comunque, che il “miracolo” di tenere aperte le scuole va attribuito esclusivamente al grande senso di responsabilità e alla profonda abnegazione del personale scolastico. Così Paolino Marotta, presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (Andis).

“Nell’ultima settimana, infatti, i dirigenti e i loro collaboratori hanno dovuto lavorare senza tregua, anche in orario serale e festivo, per individuare e tracciare i contagi, sostituire i docenti assenti, reperire i supplenti, attivare la didattica mista, interloquire con le strutture sanitarie, gestire le comunicazioni con le famiglie. Un impegno immane, non riconosciuto, che ha prodotto nelle scuole un disagio non più tollerabile.

“In queste condizioni di affanno non si può più continuare – sostengono i presidi Andis – le procedure per la gestione dell’emergenza Covid nelle scuole devono diventare più snelle ed efficaci, a cominciare dalle certificazioni per il rientro dalle quarantene. I dirigenti scolastici non possono limitare il proprio impegno esclusivamente alle questioni sanitarie, ci sono altri importanti adempimenti istituzionali che richiedono un’attenzione e una cura costante e che non possono essere assolutamente trascurati”.

“L’Andis continua a sostenere che, per garantire più alti livelli di sicurezza e funzionalità alle scuole nei prossimi mesi, servono investimenti cospicui e immediati in termini di organici aggiuntivi e di edilizia scolastica, a cominciare dalla installazione di sistemi di ventilazione meccanica controllata per i quali il Governo dovrebbe fornire fondi specifici, linee guida chiare ed un valido supporto tecnico”.

“Non basta dichiarare come ha fatto il Ministro Bianchi: “Noi, come sistema nazionale, stiamo facendo dei grossissimi investimenti nelle scuole, con 12,5 miliardi nel Pnrr”. Dovrebbe chiarire, se non altro, che gli interventi previsti nel Pnrr sono destinati a finanziare i progetti che gli Enti locali presenteranno e che comunque si realizzeranno entro il 2026. Il Ministro ha anche assicurato: “Stiamo ascoltando veramente tutti e stiamo trovando il modo per permettere a tutti di gestire al meglio una situazione che però è gestibile e sotto controllo”. Gli vorremmo credere, ma la verità è che non ci ha mai convocati, forse perché non ritiene di doverci ascoltare”.

“Dalle istituzioni scolastiche di tutto il territorio nazionale giungono in queste ore segnali allarmanti rispetto alla gestione dei casi di positività tra gli alunni e il personale. I messaggi rassicuranti del ministro dell’Istruzione sull’andamento della pandemia contrastano con la reale situazione di scuole ormai allo stremo. Come era prevedibile, ad una settimana dalla ripresa delle lezioni si stanno moltiplicando le classi con alunni positivi. Nella primaria sono saltati i tracciamenti con testing che le Asl non riescono più a garantire, nella secondaria l’autosorveglianza si sta rivelando troppo gravosa e persino inutile a causa dell’incalzare dei contagi che stravolgono ogni tentativo di assicurare la continuità del servizio di istruzione”.

Lo scrive la Flc Cgil, secondo la quale “I dirigenti scolastici e le scuole sono abbandonati a loro stessi, tra la scelta irresponsabile di aver scaricato sugli istituti la gestione delle quarantene creando peraltro forte conflittualità tra scuola e famiglie e l’inaccettabile il silenzio del MI sui dati ufficiali della pandemia nelle classi, mai forniti, nonostante le pressanti richieste della nostra organizzazione. Un modo concreto di uscire da questa situazione è convocare subito il tavolo congiunto, esaminare i dati reali sui contagi nelle classi e uscirne con soluzioni condivise”.

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