Lombardia, Simone: "Io sponsor con Formigoni per la legge sulle fondazioni"

MILANO, 27 GIU – Antonio Simone, l'ex assessore Dc finito in carcere nell'inchiesta sulla Fondazione Maugeri, avrebbe 'sponsorizzato' nell'ambito dei suoi rapporti con Roberto Formigoni la legge regionale del 2007 sui finanziamenti alle fondazioni non-profit. E' quanto e' trapelato da un interrogatorio. Simone avrebbe riferito ai pm che lui era una sorta di 'programmatore' che faceva gli interessi di una decina di ospedali cattolici lombardi e che i fondi regionali per la Maugeri in 10 anni aumentarono di circa 200 milioni.

Simone, raggiunto il 13 aprile scorso da un'ordinanza di custodia cautelare assieme, tra gli altri, all'uomo d'affari Pierangelo Dacco' (che era gia' in carcere per il crac San Raffaele), e' stato interrogato lo scorso 20 giugno dai pm titolari dell'inchiesta nella quale risulta indagato per corruzione e finanziamento illecito ai partiti anche Formigoni (il presidente della Regione continua a ribadire da giorni che ''non c'e' alcuna indagine in corso a mio carico''). Da quanto si e' appreso, l'ex assessore regionale Dc nei primi anni '90 avrebbe spiegato ai pm nei giorni scorsi (il verbale e' secretato) che lui, in sostanza, era una sorta di 'punto di riferimento' nell'ambito della sanita' lombarda e soprattutto per quello che riguardava una decina di ospedali cattolici, tra cui il Fatebenefratelli, la Maugeri e il San Giuseppe. Proprio in virtu' di questa sua 'posizione' l'ex politico, amico di 'vecchia data' di Formigoni, stando alla sua versione, avrebbe 'sponsorizzato', proprio nel contesto del suo rapporto con il Governatore, la legge regionale numero 34 del 2007 attraverso la quale sono state finanziate negli anni diverse cliniche private per progetti di miglioramenti organizzativi strutturali e tecnologici presentati dalle stesse strutture. In 10 anni, dal 2001 in poi, grazie all'attivita' di Simone, la Maugeri – stando alla versione dell'ex politico – avrebbe avuto un incremento degli stanziamenti regionali a suo favore di un totale di 200 milioni circa, in particolare in riferimento alle cosiddette 'funzioni non tariffabili'. Simone, da quanto si e' saputo, ha voluto pero' precisare di non aver mai 'messo piede' in Regione e di non aver nulla a che fare con quell'opera di ''disincaglio'' dei fondi regionali, portata avanti invece da Dacco', come proprio quest'ultimo ha messo a verbale.

Simone, stando sempre al suo racconto, era un 'programmatore', un 'consulente', che puntava a fare ottenere 'vantaggi' alle cliniche private di area cattolica, che ottenevano fondi, e di conseguenza alla stessa Regione che acquistava la prestazioni sanitarie di 'eccellenza' pagandole, a suo dire, molto meno. In sostanza – avrebbe riferito Simone ai magistrati – lui voleva portare avanti quel progetto sulla sanita' lombarda che non era riuscito a realizzare da assessore. Dacco' e Costantino Passerino, l'ex direttore amministrativo della Maugeri finito in carcere, si sarebbero rivolti a lui, sempre stando ad indiscrezioni sull'interrogatorio, perche' era lui la figura di riferimento in campo sanitario in Lombardia. ''Ero io che lavoravo per Dacco' e quindi era lui che mi pagava per l'attivita' che svolgevo'', aveva gia' spiegato Simone in un interrogatorio del 3 febbraio scorso, davanti ai pm Ruta e Pedio, prima di essere arrestato. Gli inquirenti gli contestavano i soldi a lui girati – parte dei presunti 70 milioni di 'fondi neri' – dal faccendiere Dacco'. ''Non ho mai avuto nessun rapporto di lavoro formale con Fondazione Maugeri'', aveva aggiunto, rispondendo alle contestazioni.

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