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Lombardia, stipendi d’oro: Angelo Rognoni 953mila euro, Giorgio Papa 319mila…

di Emiliano Condò |26 Marzo 2014 14:58

L’ex governatore lombardo Roberto Formigoni (foto LaPresse)

MILANO – Uno stipendio da 586mila 611,95 euro annue come direttore generale di  Infrastrutture Lombarde, cui va sommato un altro stipendio  da 367mila euro di consigliere di amministrazione e consigliere delegato in Cal. Antonio Rognoni, ex dg della società collegata alla Regione, nominato da Roberto Formigoni e arrestato giovedì scorso per una storia di presunta corruzione negli appalti, portava a casa una busta paga da 953mila euro e qualche spiccio.

Ma non è un’eccezione. Non è un caso unico. E’ piuttosto la punta di un iceberg fatto spesso di stipendi che si ingigantiscono per somma di incarichi e di conti che non tornano quasi mai. Quella delle società partecipate è una giungla in cui è difficile capire quanto guadagnino davvero i singoli dirigenti. Ci ha provato su Repubblica Oriana Liso, ma i conti sono un’operazione complessa. Per esempio, nel caso di Finlombarda

il direttore generale Giorgio Papa (nominato nel 2011 in quota Lega) guadagna, secondo i dati della Regione, 319mila 945,36 euro, ma Papa sul sito di Finlombarda risulta avere un compenso totale di 347mila 200 euro, di cui 67mila 200 come premio di risultato e il resto come retribuzione base. In ogni caso molto più di quanto guadagna, per esempio, il segretario generale della Regione, l’ex vicepresidente lombardo Andrea Gibelli: retribuzione base 223mila 200 euro, premio di risultato 50mila 760 euro, totale poco meno di 274mila euro.

C’è chi deve accontentarsi di molto meno:

Nella classifica degli stipendi delle società controllate dalla Regione, soltanto il direttore generale di Lombardia Informatica, Luigi Pellegrini, prende meno di Gibelli: 242mila 490 euro, di cui 55mila di incentivo. Curiosamente la stessa cifra risulta essere lo stipendio di Giovanni Catanzaro, fino all’anno scorso presidente di Lombardia Informatica: la sua gestione delle casse della società è stata messa sotto la lente dalla giunta Maroni appena insediata, con un audit interno, scoprendo così spese ingiustificate, tra viaggi e abbonamenti allo stadio e a teatro.

Infine Trenord e Atm. Anche qui compensi con tanti zeri:

Il sito della società (…)racconta dettagliatamente il curriculum dell’amministratore delegato Luigi Legnani (che è anche vicedirettore generale di Fnm spa), ma non il suo compenso. (…) Chissà se si avvicinerà a quello di Bruno Rota, presidente e direttore generale  di Atm (260mila euro totali, la metà del suo predecessore Elio Catania), o se resterà più vicino a quello diStefano Cetti, direttore generale di Metropolitana milanese (controllata del Comune), che oscilla intorno ai 300mila euro annui.

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