Lombardia rossa per errore, in uno scambio di mail la prova dello sbaglio della Regione Lombardia rossa per errore, in uno scambio di mail la prova dello sbaglio della Regione

Lombardia zona rossa per errore: colpa Regione o ministero? E chi glielo spiega ai commercianti…

La Lombardia è tornata zona arancione, dopo essere stata una settimana zona rossa per errore. Ed è su quell’errore che si è consumato lo scontro politico e non solo, con i commercianti che ora minacciano una class action per i danni immotivati che hanno subito. Il nodo è: di chi è la colpa se la Regione il 16 gennaio, pieno periodo di saldi, è finita in zona rossa anche se non doveva? Errore nei numeri della Regione o nel calcolo della Cabina di regia e del Ministero?

Nell’ordinanza firmata per riportare la Lombardia in zona arancione, il ministro della Salute Roberto Speranza ha messo nero su bianco che la decisione è stata presa sulla base dei dati “rettificati” dalla Lombardia. Il governatore Attilio Fontana ha invece ribadito che la Regione non ha “mai sbagliato a dare i dati e non li ha mai rettificati”. Ha solo valorizzato alcuni dati “su richiesta dell’Istituto Superiore di Sanità”.

Lombardia zona rossa per errore, le mail della Regione

Ci sono tre mail che tracciano la storia della decisione, presa a posteriori il 22 gennaio, quando la Lombardia era in zona rossa da una settimana, di farla tornare in arancione. Quei documenti raccontano dell’allarme scattato a Roma sui dati della Regione e della decisione di quest’ultima di chiedere, venerdì scorso, il cambio di classificazione. Il giorno del precedente monitoraggio, cioè il 22 gennaio, il capo del dipartimento del Welfare Marco Trivelli invia una mail all’Iss e al ministero alle 12.25, cioè 5 minuti prima della riunione della Cabina di regia.

“Gentilissimi, tenuto conto dell’integrazione del flusso dei dati trasmesso mercoledì 20 rispetto a mercoledì 13, effettuata a seguito del confronto tecnico tra Iss e assessorato al Welfare relativa alla riqualificazione del campo stato clinico (…) si chiede la rivalutazione dell’indice Rt nella settimana trentacinquesima. Ora per allora”. Le mail dicono che è la Regione a chiedere la modifica dell’Rt e anche che i dati del 22 sono diversi da quelli comunicati il 15.

Lombardia zona rossa per errore, ricorsi per far cosa?

Fontana però ha annunciato che il ricorso presentato nei giorni scorsi contro la zona rossa al Tar del Lazio andrà avanti. Con l’impugnazione anche dell’ultima ordinanza di Speranza e dei verbali del Cts e della cabina di regia in cui si parla di una rettifica. Ricorso che non cambierà molto le cose e non riporterà i commercianti indietro di una settimana. 

“Buttare in rissa la questione dell’Rt lombardo certamente contribuisce a non fare emergere la verità. E i cittadini lombardi, questa volta più che mai hanno il diritto di sapere come stanno le cose”. Per tanto “la cosa più semplice per chiudere la questione è che la Regione Lombardia faccia vedere i dati. Il calcolo dell’Rt è un fatto eminentemente tecnico, non politico!”, ha scritto il sindaco di Milano Beppe Sala sulla sua pagina Instagram, commentando la questione.

Arriva la replica di Fontana: “I dati di Regione Lombardia sono pubblici e il sindaco Beppe Sala lo sa benissimo”. Il governatore lombardo risponde così al sindaco. Dunque, “se Beppe Sala vuole sapere perché l’errore sia stato riscontrato solo per la Lombardia, faccia richiesta al Ministero – prosegue -, a noi non è dato di sapere di un algoritmo segreto che hanno e usano solo a Roma. Magari a lui rispondono”.

Sono 14 a questo punto le Regioni in area arancione

Con l’ultima ordinanza il ministro della Salute Speranza conferma in area arancione Calabria, Emilia Romagna e Veneto. Restano in questa fascia anche: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle d’Aosta. Con le ultime ordinanze firmate oggi sono, inoltre, entrate in fascia arancione anche la Sardegna e la Lombardia, che prima erano rispettivamente in fascia gialla e rossa. Una settimana di tutto chiuso per un errore di comunicazione, e ora chi glielo spiega ai commercianti lombardi? 

 

 

Gestione cookie