Luca Barisonzi, alpino ferito in Afghanistan diventa papà

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Giugno 2016 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA
Luca Barisonzi, alpino ferito in Afghanistan diventa papà

Luca Barisonzi, alpino ferito in Afghanistan diventa papà

VERBANO – Luca Barisonzi, l’alpino costretto sulla sedia a rotelle a causa delle ferite riportate mentre era in servizio in Afghanistan nel 2011, è diventato papà. L’ex alpino che vive co la moglie Sarah a Gravellona e che nel 2014 ha scalato il Monte Rosa, diventando il primo tetraplegico a riuscire nell’impresa, ha annunciato la nascita della figlia Bianca. “E’ il regalo più bello”, ha commentato emozionato il neo papà che nel 2015 ha sposato Sarah, la fidanzata originaria dell’Ohio che dopo l’incidente gli è sempre rimasta vicino.

Chiara Campana sul quotidiano La Provincia Pavese scrive che Luca Barisonsi, maresciallo degli alpini e Croce al valore dell’esercito, è felicissimo per la nascita di Bianca:

“Il maresciallo degli Alpini Barisonzi, Croce al valore dell’esercito, è costretto su una carrozzina, ma l’affetto delle persone vicine non lo ha mai abbandonato. Nel 2012 l’Associazione nazionale alpini ha promosso in tutta Italia una raccolta fondi ed è riuscita a donargli una casa domotica e senza alcuna barriera architettonica, in cui Luca potesse vivere in autonomia. L’alpino vive lì con la moglie e con l’arrivo di Bianca, la famiglia si è allargata. «È il regalo più bello che la vita mi abbia mai dato e non vediamo l’ora di essere tutti a casa per iniziare questa nuova avventura», dice emozionato Luca.

E parlare di avventure, per Luca, non è una novità: nel 2014 la sua sfida chiamata “Touching the sky”, fu la scalata alla capanna Regina Margherita, sul Monte Rosa, insieme a Luca Colli, personal trainer e alpinista e scalatore. L’impresa ha avuto molta risonanza e ha dato coraggio a chi, come lui, vive un’esistenza diversa da quella comune. Per raggiungere quota 4.554 metri, ha utilizzato e manovrato una speciale carrozzina elettrica cingolata, che gli ha permesso di realizzare un’impresa mai tentata prima da una persona tetraplegica. Non solo grandi sfide, ma impegno quotidiano al servizio della comunità: nella dirigenza della squadra calcistica Gravellonese e nel Gruppo sportivo paralimpico dell’esercito per il tiro a segno”.