ROMA – “Voleva difendere la sua ragazza e poi forse ha reagito anche perché non sopportava le ingiustizie. Era un pezzo di pane, buono e generoso. Luca era un ragazzo pacifico: nonostante fosse forte fisicamente non era il tipo da cercare guai. Anzi se ne teneva alla larga. E di sicuro non si aspettava che l’altro rapinatore tirasse fuori la pistola”.
A parlare, in un’intervista alla Stampa, è Alfonso Sacchi, il padre di Luca, il 24enne ucciso con un colpo di pistola alla testa dopo aver tentato di difendere la fidanzata da una rapina. Ad Anastasia “hanno dato un colpo in testa con una spranga di ferro e le hanno strappato lo zainetto. Balordi assetati di violenza: lei aveva mollato lo zainetto, ma uno dei due le ha comunque dato una botta ed è a quel punto che Luca è intervenuto. Probabilmente vedendo che le avevano fatto male ha reagito”, racconta il padre.
“Si volevano bene davvero, erano molto uniti. Stavano insieme da quasi cinque anni e lei se l’è visto morire davanti”. Luca era al pub “per salutare il fratello, Federico, il mio figlio minore che ha 19 anni”, prosegue l’uomo. “Luca e Anastasia erano da poco usciti dal pub, mentre Federico era rimasto dentro. A un certo punto ha sentito un’esplosione. Mi ha raccontato che dal rumore si capiva chiaramente che era un colpo di pistola. Il proiettile, infatti, ha trapassato pure la vetrina del pub. Un po’ più in alto dell’altezza a uomo. Federico allora, insieme ad altri, è corso fuori e ha visto suo fratello in una pozza di sangue”. “Mi auguro che prendano l’assassino. Ma Luca chi me lo ridà indietro?”.
Fonte: La Stampa.