MACERATA – “Scusate, ho sbagliato”. Luca Traini, l’autore del raid a colpi di pistola contro migranti a Macerata il 3 febbraio scorso, durante il processo con rito abbreviato (a porte chiuse) in Corte d’Assise chiede scusa: “Non provo nessun odio razziale – ha detto Traini – volevo fare giustizia contro pusher per il bombardamento di notizie sullo spaccio diffuso anche a causa dell’immigrazione: anche la mia ex fidanzata assumeva sostanze. In carcere ho maturato una nuova cognizione dei fatti”.
In apertura dell’udienza, prima della requisitoria del pm, Traini decide di fare una dichiarazione spontanea chiedendo scusa per quello che ha fatto. Ha letto cinque fogli di dichiarazione spontanea. “In carcere ho capito che il colore della pelle non c’entra. Volevo giustizia per Pamela” dice Traini. Ho avuto “un’infanzia difficile” ma “non sono né matto né borderline”.
“Ringrazio comunque le forze dell’ordine per quello che fanno per Macerata”. E ancora: “Non provo nessun odio razziale, volevo fare giustizia contro pusher per il bombardamento di notizie sullo spaccio diffuso anche a causa dell’immigrazione: anche la mia ex fidanzata assumeva sostanze. In carcere ho maturato una nuova cognizione dei fatti”.
La sentenza è attesa per oggi, ma potrebbe anche slittare dato il numero di persone che dovrà parlare. Traini è accusato di strage, tentato omicidio plurimo e porto abusivo di armi. Il pm ha chiesto dodici anni di carcere. Partendo da una pena di 22 anni, la Procura arriva alla richiesta di 12 anni tenendo conto delle attenuanti generiche per l’imputato e della riduzione di un terzo della condanna per il rito abbreviato.