Luca Traini, Cassazione conferma condanna a 12 anni di reclusione per tentata strage a Macerata

Luca Traini, Cassazione conferma condanna a 12 anni di reclusione per tentata strage a Macerata: sparò a sei migranti ferendoli. Il 31enne è accusato di tentata strage per aver ferito sei migranti con colpi da arma da fuoco. Il fatto risale al 3 febbraio del 2018 a Macerata e c’è l’aggravante dell’odio razziale. 

La Cassazione ha anche stabilito la fondatezza del diritto al risarcimento per le vittime e per le parti civili coinvolte nel processo. Tra queste, figurano il comune di Macerata e la sede territoriale del Partito Democratico. 

Luca Traini, Cassazione conferma condanna a 12 anni di reclusione per tentata strage a Macerata. C’è l’aggravante dell’odio razziale

In estrema sintesi, è stata accolta dalla Cassazione la richiesta formulata dal sostituto pg di Cassazione Marco Dall’Olio dinnanzi ai giudici della sesta sezione penale di Piazza Cavour.

La condanna di primo grado è stata confermata in Appello nel 2019. Nel confermare la condanna di primo grado, il pg di Cassazione ha spiegato che:

“Traini quella mattina, per il suo sciagurato tour della morte, è uscito di casa con una pistola Glock e una scatola di munizioni e voleva uccidere una moltitudine indeterminata di persone.

Parliamo di una sequenza impressionante di colpi, con 17 bossoli e 14 frammenti di proiettili rinvenuti. Sparati  a distanza ravvicinata e ad altezza d’uomo.  Rivolti  verso persone, esercizi commerciali e anche verso la sede di un partito. Chiunque – ha spiegato  il pg Dall’Olio – si fosse trovato a passare di la’, sarebbe potuto essere attinto dai colpi”.

L’avvocato che ha difeso Traini: “Non c’è odio razziale e non c’è stata una strage”

“Nel comportamento di Traini non c’è odio razziale. I neri vengono identificati da lui come i responsabili dello spaccio di droga nella provincia di Macerata. E come responsabili della morte di Pamela Mastropietro. Potevano essere anche gialli o pellerossa e il discorso sarebbe stato lo stesso.  Inoltre  non c’è stata una strage perché il reato richiede l’indeterminatezza delle persone offese”.

Lo ha sottolineato nella sua arringa l’avvocato Franco Coppi che difende Luca Traini imputato per strage di Macerata.

Secondo Coppi Traini ha voluto “ergersi a vendicatore in preda ad un raptus emotivo di cui si dovrebbe tenere conto”.

 

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