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Luca Traini, la mamma lo difende: “Perché l’ha fatto? Non è cattivo”

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Luca Traini

ROMA – “Perché? Perché l’ha fatto? Luca non è cattivo”. A parlare è Luisa, la madre di Luca Traini, il 28enne di Tolentino che sabato ha ferito undici migranti a Macerata. “Se avessimo avuto qualche sentore dei problemi di mio cognato, tutto questo non sarebbe successo” aggiunge la cognata di Luca Traini.

Luca Traini voleva andare in tribunale e uccidere Innocent Oseghale, il nigeriano accusato della morte di Pamela Mastropietro, ma all’ultimo avrebbe cambiato idea e avrebbe cominciato a sparare contro ogni persona di colore incontrata lungo la strada. La confessione dell’estremista di destra, 28 anni, ora accusato di strage con l’aggravante del razzismo, è arrivata nel corso delle dichiarazioni spontanee fatte ai carabinieri dopo l’arresto.

Traini ha raccontato di essersi fermato in raccoglimento sul luogo dove sono stati ritrovati i trolley con i resti della 18enne. “Sono rimasto sconvolto dalle modalità brutali con le quali è stata uccisa Pamela – ha raccontato l’uomo – è così ho deciso di fare un’azione personale. Volevo andare in tribunale e fare giustizia, volevo colpire il nigeriano ma poi ho cambiato idea”.

L’avvocato Giancarlo Giulianelli però ha smentito che Luca Traini volesse andare in tribunale a Macerata ad uccidere il nigeriano Innocent Oseghale, 29 anni, arrestato per la morte di Pamela Mastropietro. “Non mi risulta” ha detto ai giornalisti all’uscita del carcere di Montacuto. Sabato mattina, quando Traini ha messo in atto il suo raid xenofobo a colpi di pistola, al Tribunale di Macerata era in corso l’udienza di convalida per il nigeriano.

“Passato il problema delle persone ferite dai colpi, adesso ci preoccupiamo della salute mentale di Luca Traini. Fisicamente invece sta più che bene”. Ha aggiunto l’avv. Giulianelli. “Se era in cura psichiatrica? Non mi risulta – ha aggiunto -, probabilmente lui ha parlato con qualcuno del fatto che una sua amica, alle prime armi come psicologa, lo avesse definito borderline, ma non era in cura da alcuno psichiatra”.

“Gli ho chiesto se si è reso conto di quello che ha fatto, della portata del suo gesto. Mi ha detto di no: credo che non se ne rendesse conto neanche quando ha agito” ha concluso l’avvocato.

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