Luca Tromboni ucciso a Rozzano: arrestato il fratello

Luca Tromboni ucciso a Milano: arrestato il fratello
Luca Tromboni ucciso a Milano: arrestato il fratello

MILANO – Luca Tromboni è stato ucciso il 20 marzo 2015 nella sua ditta di viti a Rozzano, in provincia di Milano. La mattina del 25 gennaio il fratello, Sandro Tromboni, è stato arrestato con l’accusa di omicidio. Il fratello è accusato di aver ucciso l’imprenditore di 50 anni, di cui era socio, esplodendo due colpi di pistola nella sua ditta, dove fu trovato il cadavere.

Gli investigatori avevano concentrato i sospetti su Sandro Tromboni già dopo l’omicidio, ma solo dopo lunghe indagini il suo alibi è stato demolito ed è scattato l’arresto. I militari del Nucleo Investigativo, al termine di complesse e minuziose indagini, hanno demolito l’alibi dell’uomo, portando alla luce i sentimenti di astio e di risentimento che nutriva nei confronti del fratello, la cui uccisione avrebbe lucidamente organizzato, pianificato ed eseguito per forti rancori personali e professionali riconducibili alla conduzione della ditta, di cui erano soci.

La Tromboni è stata aperta nel 1967 dal padre di Luca, Romano, che oggi ha 81 anni. Luca ne era titolare insieme al fratello Sandro. La famiglia vive vicino alla ditta. E’ stata proprio la madre di Trombini, Angiolina, di 75 anni, a trovare il cadavere del figlio intorno alle 6 di venerdì mattina. Era all’interno del capannone. Repubblica nell’edizione di Milano scrive che:

“Gli investigatori dicono che l’arrestato fu l’esecutore materiale di quell’omicidio che aveva tutte le caratteristiche di un’esecuzione. Luca Tromboni, infatti, fu trovato ammazzato nel capannone con due colpi di pistola sparati quasi a bruciapelo all’addome e alla fronte. Tutti, sia i dipendenti che i parenti, avevano descritto il piccolo imprenditore come un lavoratore instancabile che entrava in ditta nelle prime ore del mattino per uscirne solo a tarda sera. A trovarlo era stata la madre che alle 23.45, preoccupata per non aver visto il figlio rincasare, lo aveva visto a terra, ammazzato. Gli investigatori avevano da subito escluso l’ipotesi della rapina: fin da subito era apparso loro chiaro che la vittima aveva un appuntamento con il suo assassino”.

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