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Luca Varani chiedeva monete a clienti bar. “Cercava soldi”

di Elisa D'Alto |9 Marzo 2016 14:47

Luca Varani chiedeva monete a clienti bar. “Cercava soldi”

ROMA – Luca Varani chiedeva monete ai clienti del suo bar preferito, un bar nel quartiere in cui abitava, La Storta. Una moneta da un euro, anche due euro, non si spingeva oltre, un contributo “gentile” che il ragazzo chiedeva essendo evidentemente a corto di soldi. Un’abitudine che ricorda il ragazzo che lavora dietro al bancone di quel bar. Il carrozziere che ha l’officina a due passi da casa Varani, siamo in una zona periferica e popolare, ricorda di aver aiutato a luglio scorso Luca che con la sua Micra era finito in panne. Aveva finito la benzina e non aveva neanche 10 euro per poter riempire la tanica. In quell’occasione glieli diede il carrozziere, intenerito da quel ragazzo senza una lira.

Sono due dettagli che dicono qualcosa del ragazzo ucciso brutalmente il 4 marzo scorso. Cioè che Luca fosse spesso in condizione di precarietà economica. Se arrivava a chiedere le monete ai clienti di un bar, si può immaginare che per la promessa di 120 euro andasse a casa di un conoscente, Marc Prato, per un incontro retribuito. Repubblica, nella Cronaca di Roma, fornisce alcuni dettagli:

A quel ragazzo che tutti conoscevano alla Storta, borgata all’estrema periferia Ovest dove le case sono tutte diverse una dall’altra e ogni bar è un ricettacolo di aneddoti. Il preferito del 23enne era quello all’angolo tra via di Boccea e via della Storta: “Era sempre qui – racconta il ragazzo al banco – a chiedere qualche moneta ai clienti. Una volta un euro, un’altra due. Certe ancora gli bastava una sigaretta. Di solito, però, cercava soldi per l’auto”.

Una fine orrenda per quel ragazzo che, fino alla scorsa estate, pareva avere come unico problema quello di fare il pieno alla sua Micra bianca. “Sì, è vero – conferma il carrozziere che lavora a pochi passi da casa Varani – l’ho aiutato io lo scorso luglio. Non aveva soldi ed era in panne. Si era formata una fila lunghissima. Io ho sorpassato tutti con la mia moto. Quando ho riconosciuto Luca, ho chiesto se gli servisse una mano. Lui ha tirato fuori una tanichetta. Non doveva essere la prima volta che si trovava in quella situazione. Ma è stato onesto. Mi ha subito detto di non avere un euro. “Guarda che ho tre figli, magari anche a loro potrebbe servire una mano in futuro. Non ti preoccupare”, gli ho detto. Gli ho riempito quel contenitore e ho lasciato 10 euro dal benzinaio. Era un ragazzo pulito”. Ma con qualche difficoltà: “Dicevano che qualche volta era stato fermato mentre guidava senza assicurazione – continua il carrozziere – e che se ne fosse andato via da casa”.

Luca si vendeva ad altri uomini in cambio di denaro? E’ l’ipotesi principale dietro l’incontro tra questo ragazzo di periferia, dolce e ingenuo, e il duo più adulto e smaliziato composto da Marc Prato e Manuel Foffo, i due ora in carcere con l’accusa di averlo massacrato.

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