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Luca Varani, i genitori: “Perdono? No, pena di morte”

di Alberto Francavilla |16 Marzo 2016 9:31

Luca Varani, i genitori: “Perdono? No, pena di morte” (foto Ansa)

ROMA – “Non perdoneremo mai gli assassini, vogliamo la pena di morte”: a parlare sono i genitori e i parenti di Luca Varani, il ragazzo morto dopo essere stato torturato durante un coca party in una casa del quartiere Collatino di Roma. Gli stessi familiari dicono chiaramente che non vogliono vedere il padre di Manuel Foffo, uno dei due ragazzi accusati (l’altro è Marco Prato) del terribile omicidio che nasconde storie torbide di droga, sesso e violenza.

Racconta Grazia Longo su La Stampa:

La disperazione è totale. Devastante. Cieca. Tanto da spingere i familiari del ventitreenne, ucciso da due giovani drogati di cocaina e sesso estremo, a chiedere la pena di morte. Eccolo l’urlo di dolore: «Il padre di Manuel Foffo ci vuole incontrare per chiedere perdono? E con quale coraggio si presenterà? Noi non vogliamo vedere nessuno. Noi non perdoneremo nessuno. Anzi, noi chiediamo la pena di morte. E se proprio volete aiutarci voi giornalisti, fate una raccolta di firme per chiedere la pena di morte per quei due lucidi assassini».

Parole nude, spietate, dettate dal tormento per la morte di «un ragazzo buono, gentile, che ora viene dipinto nel peggiore dei modi e che invece non ha mai fatto male a nessuno». Parole che in un secondo momento si cerca in qualche modo di recuperare. Interviene una zia di Luca: «Se non proprio la pena di morte, quanto meno ci vuole l’ergastolo per quello che hanno fatto a mio nipote. Ma l’ergastolo vero, quello per cui non si esce più dal carcere. Perché adesso quei due vogliono passare per pazzi o esauriti e così possono avere uno sconto di pena. E noi qui con il nostro dolore immenso. Dolore, dolore, e ancora dolore».

Già domani potrebbe aver luogo il funerale del ragazzo torturato e ucciso con la promessa di 150 euro per un rapporto sessuale.

Una foto tratta dal profilo Facebook di Luca Varani, lo studente universitario ucciso in un appartamento nel quartiere Collatino, alla periferia di Roma, 6 Marzo 2016.
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