Lucca, si barricano in cella e picchiano gli agenti: 6 feriti

Pubblicato il 17 Febbraio 2012 - 20:21 OLTRE 6 MESI FA

LUCCA – Si sono barricati nella cella, hanno smontato i letti e usato le spalliere come bastoni per colpire gli agenti. Sei sono stati feriti: per uno, che ha riportato la frattura di due dita della mano destra, la prognosi e' di 15 giorni.

I suoi colleghi hanno prognosi che vanno da 5 a 7 giorni. E' successo stamani, secondo quanto denuncia la segreteria regionale del Sappe, nel carcere San Giorgio di Lucca. I detenuti erano pronti anche a scagliare anche bombolette di gas e olio bollente.

Secondo quanto spiega il Sappe, Sindacato Autonomo di polizia penitenziaria, i due detenuti ''facinorosi'' erano ''ben conosciuti dalla Direzione del carcere lucchese per le violenze perpetrate nelle settimane precedenti''.

Lo scorso 13 febbraio, spiega il segretario nazionale del sindacato Pasquale Salemme, ''avevamo manifestato le nostre preoccupazioni'', con una lettera indirizzata al Provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria della Toscana, ''per la presenza al carcere di Lucca di un detenuto tunisino, che gia' lunedi' scorso si era barricato nella cella minacciando di darle fuoco e che gia' in diverse occasioni aveva aggredito il personale di polizia penitenziaria''.

Era stato chiesto di ''valutare l'opportunita' di adottare dei provvedimenti urgenti atti a scongiurare situazioni ben piu' incresciose'', continua il Sappe, come quella di oggi. ''Siamo davvero preoccupati dell'escalation di violenza nelle carceri toscane e soprattutto dall'immobilismo dei vertici dell'Amministrazione delle carceri regionale'' precisa il sindacato ricordando le aggressioni degli ultimi tempi ''avvenute nei penitenziari di Firenze-Sollicciano, Porto Azzurro, Lucca, Pistoia e San Gimignano''.

''Siamo davvero stanchi di subire passivamente l'inerzia di un'amministrazione che non adotta nessuna idonea determinazione nei confronti di chi si e' reso responsabile di episodi cosi' gravi'' conclude la nota ribadendo che i mancati provvedimenti non possono, e non devono, ''ricadere pericolosamente ed esclusivamente sulle donne e gli uomini della polizia penitenziaria''.