Lucia Annibali, sfregiata con l’acido a Pesaro. L’ex Luca Varani “studiava agguati a altre donne”

Lucia Annibali
Lucia Annibali

PESARO – Lucia Annibali, avvocato di 35 anni, era stata aggredita lo scorso aprile nel suo appartamento a Pesaro, dove ad attenderla c’eranodue uomini mascherati che le hanno gettato dell’acido sul viso, sfigurandola e provocandole lesioni gravissime agli occhi. Il mandante dell’aggressione, l’ex fidanzato, Luca Varani è anche lui un avvocato di Pesaro finito in carcere insieme ai due “esecutori”, Altistin Precetaj e Rubin Talaban

Ma non è finita. Tra le carte dell’inchiesta si legge che Luca Varani “… per allontanare i sospetti da se stesso, aveva deciso di commissionare anche una serie di aggressioni nei confronti di donne scelte a caso, sempre mediante l’utilizzo di liquidi corrosivi”. Un piano diabolico, studiato a tavolino per evitare il carcere. Piano, per fortuna, fallito. Varani ormai è sempre più accerchiato dall’inchiesta, come scrive Giusi Fascano per il Corriere della Sera:

Il resoconto di testimonianze, lettere, immagini, perizie, materiali sequestrati, intercettazioni… Sabbie mobili per lui che in questi mesi di detenzione è affondato un po’ di più ogni volta che ha provato a «muoversi». Per esempio quando ha creduto di potersi fidare del compagno di cella con il quale ha passato alcuni mesi. Si è lasciato andare a confidenze che sono finite tutte in un verbale.

Dettagli sulla modalità dell’agguato, sui due albanesi ai quali lo aveva commissionato, sul trucco usato per procurarsi le chiavi dell’appartamento di lei, sulle azioni contro la sua ex studiate e messe a punto nei mesi precedenti all’attacco con l’acido. «Dice di temere che gli albanesi possano raccontare la verità» ha rivelato il detenuto al pubblico ministero Monica Garulli (loro non hanno mai ammesso nulla). «E mi ha chiesto poi se sono in grado di trovargli un contatto con quei due che sono in altre carceri». E ancora: «All’inizio pensava di poter contare sull’impunità ma nel tempo quest’opinione è cambiata e ha deciso di impostare la sua difesa attribuendosi il ruolo di mandante di un reato meno grave».
Non a caso dalle carte sbuca una lettera inviata a una vecchia amica: «Sono state scritte una marea di bugie» si lamenta Varani prima del passaggio in cui dice che «io sono responsabile di quello che è accaduto, non c’è giorno che non pensi a Lucia ma non ho mai chiesto a nessuno di farle del male. Ho conosciuto uno di quegli albanesi e gli ho solo chiesto di danneggiarle l’autovettura che aveva appena comperato. Voleva essere un semplice dispetto…».

 

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