TRENTO – Lucia Bellucci, 31enne di Pergola in provincia di Pesaro-Urbino è stata raggiunta da quattro coltellate. Una ha raggiunto il cuore, altre tre i polmoni. E’ quanto risulta dall’autopsia eseguita a Verona dal consulente tecnico del pubblico ministero. Il decesso dovrebbe essere stato presumibilmente provocato proprio dalle coltellate e non dallo strangolamento compiuto a mani nude. La perizia completa sarà comunque consegnata nei prossimi giorni alla Procura di Trento, titolare dell’inchiesta.
A quanto pare, Lucia ha provato a difendersi spingendo l’ex fidanzato e suo carnefice Vittorio Ciccolini, avvocato veronese di 44 anni, spingendo con le mani. Il suo polso sinistro evidenzia infatti la presenza di un morso, come se Vittorio Ciccolini, per limitare le difese della sua ex fidanzata mentre la stava strangolando, l’abbia persino morsicata per farla desistere.
L’avvocato Giulia Bongiorno, in un’intervista al Corriere, racconta intanto che Lucia temeva più per l’uomo, che potesse cioè fare gesti autolesionistici, che per se stessa.
La Bongiorno assisterà i familiari della donna: “Mi sono sembrati – ha detto l’avvocato – profondamente addolorati, come è ovvio, ma anche sorpresi, perché nessuno si immaginava che si sarebbe arrivati a tanto”.
“Perché – ha aggiunto – è come se la ragazza, nonostante tutto, avesse fiducia nei confronti di quest’uomo, e temesse che potesse fare male a se stesso, perché spesso diceva che si sarebbe suicidato”. Lucia, quindi, non avrebbe mai avuto la percezione che Ciccolini potesse essere pericoloso per lei, una circostanza che confermano anche alcuni amici. La donna, ha raccontato in particolare un’amica, si sarebbe anzi sentita in colpa nei confronti dell’ex, anche perché da pochi mesi aveva una nuova amicizia, sembra con un medico catanese.
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