E’ morta dopo una lunga malattia la ballerina Luciana Novaro, la danzatrice se ne è andata il giorno prima di Carla Fracci, che fu proprio lei a scoprirla nella sua scuola di danza. Vedova del giornalista Nino Nutrizio, Luciana Novaro aveva compiuto 98 anni lo scorso 3 marzo.
La vita di Luciana Novaro
Luciana Novaro era nata a Genova nel marzo del 1923. Allieva della scuola di danza del teatro alla Scala di Milano, ne fu prima ballerina dal 1941 al 1956. Eccelse nella donna indemoniata del Boléro (Ravel), interpretato nel 1947 con la coreografia di Aurel Milloss alla Scala e nel Giardino di Boboli di Firenze. Sempre nello stesso anno è la mugnaia ne Il cappello a tre punte (balletto) a Firenze ed alla Scala dove nel 1948 è l’Eletta La sagra della primavera diretta da Nino Sanzogno.
Poi nel 1949 è Candelas in El amor brujo (balletto) diretta da Issay Dobrowen, nel 1952 la gitana in Capriccio spagnolo con Léonide Massine e nel 1954 mariée in Les noces diretta da Carlo Maria Giulini con Magda László e Cloe Elmo. Al Festival lirico areniano debutta nel 1947 diventando prima ballerina nel 1953 in Aida diretta da Tullio Serafin.
La carriera di Luciana Novaro
Coreografa al teatro municipale di San Paolo dal 1951, Luciana Novaro nel 1955 assunse il medesimo incarico in Arena di Verona con Carmen (opera) diretta da Antonino Votto (rimanendo in cartellone fino al 1975) e nel 1956 alla Scala debuttando nel 1955 con La traviata per la regia di Luchino Visconti diretta da Giulini. Alla Scala nel 1956 è la coreografa di Sebastian di Gian Carlo Menotti diretta da Luciano Rosada con Carla Fracci e nel 1962 di La giara di Alfredo Casella.
Sempre nel 1956 cura la regia e coreografia di Mavra diretta da Ettore Gracis al Teatro La Fenice di Venezia e nel 1959 la coreografia di Dido and Aeneas per la regia di Riccardo Bacchelli al Teatro della Pergola di Firenze. Al Wiener Staatsoper debutta come coreografa nel 1957 con La traviata diretta da Herbert von Karajan che andrà in scena fino al 1968 in 99 recite tornando nel 1974 con La forza del destino diretta da Riccardo Muti per la regia di Luigi Squarzina che rimane in scena fino al 1982 in 33 recite.