RAVENNA – E’ cieca, ma va in bicicletta. Potrebbe sembrare l’incipit di una falsa invalida smascherata, e invece la donna denunciata nel 2011 dalla Guardia di Finanza è cieca per davvero. Una condizione di invalidità difficile da comprendere a vedere i video della Finanza, che la mostrano attraversare la strada, indicare articoli nel giornale, fare la spesa al mercato e persino lavorare nel suo salone di bellezza.
Alla parrucchiera di Lugo di Romagna, in provincia di Ravenna, lo svolgere queste attività è costata una denuncia per truffa aggravata ai danni dello Stato. La donna, 64 anni e originaria di Bisignano, in provincia di Cosenza, è stata assolta perché “il fatto non sussiste”. Gli esami medici dimostrano chiaramente che la donna, seppur conduca una vita normale, è cieca.
Così ha deciso il Gup Piervittorio Farinella soprattutto alla luce della perizia affidata al professore Pasquale Troiano, lo specialista del policlinico di Milano noto tra le altre cose per avere preso parte alla visita fiscale inviata a suo tempo all’ex premier Silvio Berlusconi.
Secondo l’esperto, la donna presenta elettroretinogramma piatto il che, come spiegato davanti al Gup, significa che è cieca allo stesso modo in cui un elettrocardiogramma piatto significherebbe che è morta. Nello specifico, secondo il perito, dalla retina della donna non arriva nessun segnale alla corteccia.
Il Pm Isabella Cavallari titolare del fascicolo aveva invece chiesto la condanna della donna a un anno di reclusione e a 500 euro di multa perché le immagini registrate mostravano attività delle signora palesemente incompatibili con la cecità. La difesa degli avvocati Michele Lombini ed Erica Appi aveva invece chiesto l’assoluzione piena. In parte civile figurava l’Inps per 43 mila euro percepiti in maniera che era apparsa indebita.
“Quando glielo abbiamo comunicato – ha detto l’avvocato Lombini -, la signora è scoppiata in lacrime. Siamo soddisfatti. L’unico rammarico è che la gogna sia durata così tanto: lei ha subito un danno non emendabile neanche con l’assoluzione”. Tra gli effetti della sentenza, figura l’immediato ripristino delle indennità sequestrate. La donna, il cui caso era stato dibattuto anche dai media nazionali, continua tutt’ora a lavorare nel suo salone di Lugo.
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