Luigi Fanelli, militare scomparso nel 1997: pentito confessa omicidio

Luigi Fanelli, scomparso nel 1997: pentito confessa omicidio
Luigi Fanelli

ROMA – Molti di voi si ricorderanno di Luigi Fanelli, militare scomparso nel 1997 all’età di 19 anni. Scomparve nella notte tra il 26 e 27 settembre ’97. Militare di leva alla Caserma Briscese, quella sera uscì in permesso ma non fece ritorno a casa, a Bari vecchia. Da allora del ragazzo, che all’epoca aveva solo 19 anni, nessuno ha saputo più nulla: né i suoi genitori, né gli amici che quella sera lo hanno visto andar via dall’enoteca “Ridemus” in via Guido Dorso a Bari, su uno scooter nero guidato da uno sconosciuto.

Alto 1.70, capelli neri e occhi verdi, Luigi Fanelli non passava inosservato. Ma da allora nessuno ha riportato agli inquirenti qualche informazione utile al suo ritrovamento. Alcune settimane dopo la sua scomparsa, l’ allora sostituto procuratore antimafia (ora in pensione) Leonardo Rinella chiese all’allora gip del tribunale di Bari, Clelia Galantino l’ arresto, per falsa testimonianza, di due giovani che si trovavano con lui quella sera.

La richiesta fu respinta e poco dopo il “caso Fanelli” fu archiviato. A quasi 20 anni dall’omicidio però una notizia scuote ancora la famiglia del povero militare: “Ho ucciso io Luigi Fanelli. Gli ho sparato e ho poi sotterrato il corpo”.

Il pluripregiudicato barese Paolo Masciopinto, collaboratore di giustizia da alcuni mesi, si è autoaccusato dell’omicidio del soldato. Per quel delitto, Masciopinto e un altro imputato sono stati assolti nel 2008 con sentenza ormai passata in giudicato e, di conseguenza, le sue dichiarazioni non potranno essere usate contro di lui.

Il pm Antimafia di Bari che ha raccolto la confessione, Carmelo Rizzo, sta però valutando come approfondire la vicenda e riaprire il caso. Su indicazione di Masciopinto gli investigatori hanno cercato il corpo del ragazzo, senza tuttavia riuscire a trovarne i resti nel luogo suggerito dal pentito che è il nipote del boss – pure lui collaboratore di giustizia – Antonio Di Cosola. Stando all’ipotesi della magistratura barese, confermata dalle dichiarazioni di Masciopinto, Fanelli sarebbe stato punito con la morte dopo uno schiaffo dato ad un ragazzo che era in compagnia della sua fidanzata. Insomma un regolamento di conti, scoperto dopo ben 20 anni.

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