MILANO – Cianuro nel crodino. Così il farmacista Luigi Fontana di Milano è stato avvelenato in un bar. Ora la polizia ha fermato un uomo, sospettato di aver avvelenato il farmacista, che è in coma. Non è nota l’identità del sospetto fermato, né i suoi rapporti con Fontana. Il movente del tentato omicidio sarebbe una disputa finanziaria. Il particolare che emerge dalle indagini sul fermo eseguito dalla Squadra mobile, secondo le quali alla base dell’avvelenamento vi sarebbero motivi di soldi. Maggiori particolari verranno forniti stamani in Questura, a Milano.
L’uomo fermato dalla polizia è Gianfranco Bona, di 50 anni, un piccolo imprenditore di Milano, che aveva con il farmacista un debito di 270 mila euro che non sapeva piu’ come saldare. L’uomo ha confessato durante un interrogatorio, la scorsa notte: ”L’ho avvelenato per non pagare il debito”. Le condizioni del farmacista, Luigi Fontana, sono sempre molto gravi.
Il farmacista è svenuto subito dopo aver bevuto un aperitivo, mentre i suoi amici avevano preso un caffè. Fontana aveva nel sangue una dose di cianuro 12 volte superiore alla dose letale. Per il titolare della farmacia di via delle Forze Armate a Milano i medici non lasciano spazio a speranza. Durante le prime indagini gli inquirenti si sono concentrati sulla vita del farmacista, scoprendo l’esistenza di un contenzioso legale per questioni societarie tra Fontana, 64 anni, socio al 51 per cento, ed un altro socio di 70 anni.