Luigi Giuliano, l’ex boss della camorra diplomato da Mogol

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Aprile 2014 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA
Luigi Giuliano (foto archivio L'Unità)

Luigi Giuliano (foto archivio L’Unità)

ROMA – Luigi Giuliano, l’ex boss della camorra, l’ex re di Forcella, pentito dal 2001, qualche giorno fa si è diplomato  “autore di testi” al Centro europeo di musica “Toscolano” diretto dal grande Mogol.

Luigi Giuliano è stato uno dei capi della camorra più importanti e temuti, e in contatto anche con  con Roberto Calvi, il “banchiere di Dio”:

“Ci chiese di rubare dei documenti dalla sede centrale del Banco Ambrosiano a Padova», disse l’ex padrino ai magistrati. Non ci riuscirono, lui e i suoi complici, perché la fiamma ossidrica usata per tagliare la cassaforte si esaurì prima del tempo. «Giuseppe Misso (altro storico boss napoletano, suo complice in quel raid, ndr) mi disse che se gli avessimo consegnato i documenti sicuramente non sarebbe morto. Non so perché Misso abbia collegato la morte di Calvi alla mancata consegna dei documenti. Mi disse che lo avevano ammazzato Calò, Badalamenti, Zaza, Nunzio Barbarossa”.

Molti considerano Luigi Giuliano come uno dei padri nobili della musica neomelodica napoletana.

Intervistato dal Fatto Quotidiano, anche Gigi D’Alessio, parlò di lui:

Saviano ha scritto che, mentre i boss decidevano chi ammazzare, ascoltavano la sua musica. E lei ha lavorato con Luigi Giuliano, ora collaboratore di giustizia.
“Era il ’92. Il mio collaboratore, Vincenzo D’Agostino, ritenne di sottoporre una canzone a Giuliano. Lui la lesse e impose di cambiare una parola. La cambiai. Fine del nostro unico incontro”.

“Avevo aperto un ufficio in via Cesare Sersale, nella zona di Forcella”, ha ricordato il pentito in uno dei suoi innumerevoli interrogatori all’autorità giudiziaria. “In questo ufficio vi era attrezzatura musicale (chitarre, pianoforti, ecc.) e lì mi incontravo con i cantanti tra cui Gigi D’Alessio e scrivevo canzoni”.

“Sono iscritto alla Siae, e sono autore di testi di canzoni di molti cantanti napoletani, tra cui Mario Merola, chiedo che il mio nome compaia tra i titoli di coda del film” dice Luigi Giuliano, “Se avessi saputo in anticipo la trama nella quale si parla di un sacerdote omossessuale, non avrei mai dato il mio consenso a utilizzare una mia canzone: ma visto che lo hanno fatto pretendo che il mio nome sia inserito tra i titoli di coda”.